Introduzione al momento di attesa del Santo Padre Francesco all'Udienza con Comunione e Liberazione. Piazza San Pietro, 7 marzo 2015

Julián Carrón

Che cosa sarebbe una mattina senza incontrarLo ancora, senza poterLo riconoscere presente, una mattina in cui vincesse la distrazione o il formalismo? Che cosa sarebbe la vita senza di Te, Cristo? Sarebbe davvero insopportabile.

Solo rendendoci conto di questo, possiamo capire quale grazia accade ogni mattina, quando il Signore ci sceglie di nuovo destandoci dal sonno per farsi sentire compagno del nostro cammino, tirandoci fuori dalla smemoratezza per poterLo riconoscere ancora vivo, per farci capire chi è Lui.

Come ha fatto con Maria Maddalena, chiamandola per nome con una tale intensità da far vibrare tutta la sua umanità: «Maria!». Non c’è un altro Cristo che quello che è accaduto a Maria. Da allora non c’è un’altra Maria che quella definita dalla chiamata di Cristo. Così come non c’è un altro Paolo che quello investito da Cristo: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me».

Questo non è accaduto solo nel passato. Noi lo abbiamo visto nel presente. «Si può diventar grandi e questa parola [Cristo] è risaputa, ma per tanta gente non è incontrato, non è realmente sperimentato come presente; mentre Cristo si è imbattuto nella mia vita − diceva don Giussani −, la mia vita si è imbattuta in Cristo proprio perché io imparassi a capire come Egli sia il punto nevralgico di tutto, di tutta la mia vita. È la vita della mia vita, Cristo». Cristo si è imbattuto nella sua vita affinché lui potesse sperimentare che «la gioia più grande della vita dell’uomo è quella di sentire Gesù Cristo vivo e palpitante nelle carni del proprio pensiero e del proprio cuore». Che cosa sarà accaduto a don Giussani per non poter evitare di ripetere in continuazione la frase di Möhler: «Io penso che non potrei più vivere se non lo sentissi più parlare»?

Attraverso di lui l’avvenimento di Cristo ha raggiunto anche noi, poveracci. «Man mano che maturiamo, siamo a noi stessi spettacolo e, Dio lo voglia, anche agli altri. Spettacolo, cioè, di limite e di tradimento, e perciò di umiliazione, e nello stesso tempo di sicurezza inesauribile nella Grazia che ci viene donata e rinnovata ogni mattino» (don Giussani).

Quella Grazia ha cominciato a penetrare nel mondo attraverso la Madonna. E oggi arriva anche a noi per riempire l’anfora vuota del nostro cuore. Domandiamo che trovi in noi la stessa accoglienza.

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