In gita verso la Marmolada

Vacanze Cavalieri. C'è un vulcano in Val di Fassa...

Giorni "esplosivi", che rilanciano il desiderio di un gruppo di ragazzi toscani. Tra tornei di calcetto, messe sui prati, il panorama della Marmolada... E porte rotte. Per vedere da vicino che «è Gesù che vi attrae»

«Che ci fa un vulcano tra le Dolomiti di Mazzin di Fassa?» si sono chiesti i 140 ragazzi delle medie appena giunti da Firenze, Siena e dintorni nel salone dell’albergo. Le parole di Be Still My Heart ci hanno introdotti dentro la provocazione di questa vacanza: il nostro cuore è un vulcano che quando erutta fa vedere i nostri desideri particolari, cioè i lapilli, ma il lavoro di questi giorni vissuti insieme è stato scoprire il magma profondo, cosa tiene insieme questi desideri, che cosa li spinge. Siamo insieme per aiutarci a far eruttare il nostro vulcano! Come ha scritto uno di loro: «Io vorrei trovare un motivo per alzarmi dal letto la mattina, voglio vivere, non sopravvivere; ho voglia di sfondare, di impegnarmi, di sprecare fino all’ultima forza per qualcosa per cui valga la pena».

Le premesse per una vacanza “esplosiva” ci sono tutte e il tempo atmosferico, apparentemente ostile, ci viene in aiuto. La pioggia e la grandine che ci sorprendono in camminata ci fanno scoprire che nella difficoltà non siamo soli a camminare (e correre) verso la meta, ma abbiamo bisogno degli amici.

Che il vero desiderio non è un oggetto, ma un rapporto è la provocazione che ci lancia Marek, amico albanese invitato a raccontare la sua vita. Da ragazzo pensava di avere il mondo in tasca, ma arrivato in Italia si accorge di avere bisogno di tutto e nel nostro Paese incontra alcuni amici che gli vogliono bene per quello che è, guardandolo e aiutandolo. Fino a fargli desiderare di essere come loro: cristiano. Ci ha detto: «Gli occhi seguono ciò che il cuore desidera», e gli occhi di tutti i ragazzi erano puntati su di lui. Forse perché dalle sue parole emergeva in modo eclatante che quest’amicizia che ci lega non ci chiede di essere perfetti, “perbene”, “a posto”, ma ci afferra per quel che siamo, come Marek alla fine dell’incontro ha abbracciato noi, tanto che alcuni ragazzi si sono fermati a raccontargli la loro storia, non priva di ferite e fatiche, ma, come lui gli ha ripetuto, una storia in cui sono preferiti.

Con questo negli occhi e nel cuore la vacanza è continuata con i giochi in cui si sono sfidate le squadre guidate dagli Avengers, supereroi che pur pieni di limiti, lottano per una sfida comune, ciascuno dando il proprio contributo unico, come è chiesto a ciascuno di noi.

Così i tornei di calcio e pallavolo, momento di sfida atteso tutto l’anno, hanno visto le squadre, agguerritissime, decidere di accogliere tra le loro fila anche i meno “forti” e celebrare la vittoria con foto di rito con vinti e vincitori insieme, tanto da lasciare senza parole gli adulti che al ritorno hanno chiesto ad alcuni: «Siete felici?». «Tantissimo». «Ma avete vinto?». «No».

Non sono mancati i momenti di difficoltà o tristezza, le litigate, le notti in bianco e le porte rotte, ma proprio tutto questo, ha permesso a noi adulti di non guardare i ragazzi dal buco del loro limite, ma di sfidarli ad un rapporto ancora più leale, in cui il giudizio può esser dato dentro un abbraccio che perdona. Per cui ci sono stati i “bulletti” che hanno aspettato le ragazzine di prima media per chiedere “scusa”, e chi aveva rotto di nascosto una porta lo ha confessato davanti a tutti leggendo una poesia. E abbraccia anche i nostri interessi come ci hanno mostrato alcuni ragazzi che hanno organizzato una serata attraverso le canzoni di Ultimo, Lady Gaga e altri cantanti per dire che il grido che «ci sia qualcosa di più di cui abbiamo bisogno» («Or do you need more? Is there something else you’re searching for?») è quello che ci accomuna.

Questo “essere guardati” in tutto ci ha condotto, in una bellissima giornata di sole, di fronte al ghiacciaio della Marmolada e quando ci siamo chiesti, prima di addentare il panino, di restare qualche minuto in silenzio non ci saremmo aspettati che quello sarebbe stato uno dei momenti più importanti della vacanza. Un momento così corrispondente da venire citato più volte nell’assemblea finale. Ragazzi delle medie si sono scoperti bisognosi di silenzio «per vedere meglio».

E poi incontri imprevisti e inattesi, come quello con don Miguel, giovane prete peruviano invitato alla vacanza, che è diventato ben presto un amico vero, tanto da far dire a un ragazzo di 14 anni, non particolarmente vicino alla Chiesa e giunto in vacanza per la prima volta: «Non dimenticherò più il prato in cui hai fatto la prima messa perché lì ti ho visto per le prima volta». E ogni giorno alla messa celebrata per gli adulti, le sedie per i ragazzi aumentavano.

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Questo riassume ciò che emerso a uno degli ultimi gruppetti coi ragazzi: «È Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio che la vostra vita sia qualcosa di grande». Una presenza che ha la forza di risvegliare il magma, il cuore di ragazzi e adulti e di farlo eruttare.

Ester, Firenze