L'uomo e il suo destino

Luigi GiussaniMarietti 1820 - Genova 1999
Pagine: 164


La riduzione del cristianesimo a dottrina etica è uno degli equivoci più allarmanti della cultura occidentale moderna. Favorita dall'insorgere di visioni dell'uomo e dell'esistenza non religiose - che del cristianesimo tutt'al più riescono ad accettare "certi valori" - e tollerata, se non ben vista, anche all'interno della Chiesa, la prevalenza dell'etica sul contenuto proprio dell'annuncio cristiano ha finito per oscurarne la novità e l'originale pretesa nei confronti del destino degli uomini e del senso della loro stessa storia. Il libro di don Giussani, L'uomo e il suo destino. In cammino, vuole contribuire a capovolgere questa situazione, tracciando la strada per accostare e scoprire, ancora oggi, l'ontologia nuova che il Fatto cristiano ha introdotto nel mondo. Partendo da due espressioni paoline "Dio, tutto in tutto" (1Cor 15,28) e "Cristo, tutto in tutti" (Col 3,11) - e approfondendone il significato e la portata metafisica e antropologica -, Giussani vuole comunicare agli uomini di oggi un raggiunto punto di coscienza per cui tutto nell'esistenza è fatto da Altro, e perciò è radicalmente posto nella positività dell'essere. In tal senso, egli sostiene che il problema principale del cristiano, affinché ciò che egli crede incida nella vita, non riguarda anzitutto il suo agire, ma, come è ben sviluppato nella terza parte del libro, la sua mentalità: "La prima cosa importante per una costruzione eticamente dignitosa è nell'ordine della conoscenza".
In questa prospettiva, il libro ripercorre criticamente le due "sponde" principali del pensiero moderno - nichilismo e pantesimo -, mettendo in chiara luce il problema del soggetto umano, dell'io e della sua costruzione, e delinea un'affascinante analisi della coscienza religiosa moderna, indicando con estrema chiarezza le riduzioni e i dualismi che la caratterizzano. Dall'ontologia, così posta, Giussani trae la moralità come dinamica di affermazione dell'essere: respinta l'identificazione della morale con "l'etica dei valori", egli dispiega il volto della nuova moralità che il cristianesimo introduce nel mondo, partendo dal commovente "sì" di Pietro a Cristo. Di qui, parole come "giustizia", "carità", "ecumenismo", "pace", rese forse troppo logore dall'uso e da ambigue interpretazioni, vengono riproposte in tutto il loro vigore e in tutta la loro attinenza all'esperienza umana.