La presentazione de "Il senso religioso" a Garching bei München

Germania. Quando basta il "sì"

Una piccola comunità vicino a Monaco di Baviera che prende sul serio la sfida di cosa vuol dire "essere presenza". Ne nasce la presentazione in parrocchia de "Il senso religioso". E non solo

Quante persone di una piccola comunità sono necessarie per poter parlare di “missione”? Ne basta una, che con una proposta risvegli in sé e negli amici il desiderio di comunicare la bellezza della fede vissuta. Ci troviamo nella piccola città universitaria di Garching, a nord di Monaco di Baviera, dove Lucia e Giovanni, insieme ad Anna e Carlo, con rispettivi figli, sono da alcuni anni una presenza stabile del movimento, anche nelle piccole e grandi occasioni della vita parrocchiale, come il servizio nella distribuzione della Comunione, i figli chierichetti, il coro, e la partecipazione alla messa della domenica.

L’inizio del lavoro su Il senso religioso coincide con l’arrivo di una nuova famiglia a Garching, Elisa e Marco con i loro due figli. Già alla prima domenica a messa insieme, una parrocchiana chiede a Lucia della nuova famiglia, se siano «dei nuovi amici di CL», perché il modo di stare seduti vicini a loro durante la funzione le era molto “familiare”. Basta stare seduti insieme a messa per essere missione.

Un episodio che, insieme ad altri, riaccende in noi il desiderio di raccontare ancora più esplicitamente chi siamo, e basta un primo “sì” di una persona per prenderlo sul serio. Carlo infatti, di ritorno dalla Diaconia dei responsabili dell’Europa, ci racconta dell’invito di Davide Prosperi a far crescere la nostra fede «mettendosi e mettendola alla prova, innanzitutto comunicandola», e ci propone di organizzare una presentazione de Il senso religioso in parrocchia, per raccontare della nostra amicizia, dire perché noi andiamo a messa, perché abbiamo la fede, e, chissà, per incontrare un desiderio magari ancora inespresso di qualcuno che vive di fianco a noi.

Il 14 luglio organizziamo l’incontro nei locali della parrocchia, invitando parrocchiani e amici di famiglia, dalle famiglie conosciute all’asilo dei figli, al calcio o sul posto di lavoro. Invitiamo i nostri amici Stephan e Nathalie di Monaco a raccontarci del perché è interessante rileggere e lavorare oggi su un libro pubblicato quasi 40 anni fa per la prima volta. Soprattutto, desideriamo approfondire con loro come la Scuola di comunità sia stata e sia così importante nella loro vita di manager di azienda, padre e marito, e di giovane ragazza a due settimane dal parto della secondogenita, che aveva abbandonato la Chiesa per poi incontrare un’amicizia che le ha fatto riscoprire la bellezza della fede.

Giovanni, nell’introdurre l’incontro, ha chiesto a Stephan e Nathalie di raccontare quale intensità la loro esperienza di vita avesse guadagnato nel porsi le domande fondamentali che don Giussani sottolinea parlando del senso religioso. Perché «non esiste niente di più incomprensibile della risposta a una domanda che non si pone». Il parroco, invitato per un saluto all’inizio dell’incontro, dopo essersi scusato perché probabilmente non sarebbe potuto rimanere a lungo, alla fine ci ha salutato mostrando due pagine piene di appunti.

In sala eravamo una ventina di persone in tutto, tra amici e parrocchiani, ma per noi, fin dall’inizio, non è mai stata una questione di numeri: il seme piantato avrà tempo di fiorire, a Dio piacendo. Una parrocchiana ci ha avvicinato la domenica successiva a messa chiedendoci l’indirizzo del nostro sito internet perché incuriosita dall’incontro.

Nel frattempo cresce in noi la gratitudine per l’occasione di far esperienza delle parole di Davide Prosperi all’incontro annuale con i movimenti ecclesiali dello scorso giugno: «Stiamo riscoprendo che l’essere chiamati da Dio coincide con la coscienza di essere mandati. Mandati in un Paese, in una città, in un quartiere, in un certo posto di lavoro, ‘mandati’ nei rapporti con parenti, amici, colleghi. Ogni istante, se vissuto come risposta alla Sua chiamata, è l’inizio della missione».
Gli amici di Garching bei München (Germania)