Una provocazione alla vita

Don Giussani/Viterbo 1977
Luigi Giussani

In occasione di un raduno nazionale degli insegnanti di Comunione e Liberazione, a Viterbo nell’agosto del 1977, don Giussani fece un intervento ancora attuale per la ripresa di un movimento educativo nella scuola. Eccone un brano

La partenza vera deve rinnovarsi tutti i giorni: è questo il nostro genio, la nostra forza. L’inizio è una presenza che si impone. L’inizio è una provocazione, ma non al «cervello»… L’inizio vero è una provocazione alla nostra vita; ciò che non è provocazione alla vita ci fa perdere tempo, energia e ci impedisce la vera gioia. (…)
Se l’educazione è il comunicarsi di un modo di vivere la realtà, questo modo diviene una proposta di ipotesi esplicativa della realtà. Non è quindi un discorso l’ipotesi, ma la persona adulta che vive, anche se, proprio in quanto vive, discorre.
La parola ipotesi vuole sottolineare che la presenza, la comunicazione dell’adulto, è un rischio, in quanto è coinvolta nella libertà del giovane e la libertà è la capacità di paragonarsi con il destino attraverso le cose, di aderire all’essere attraverso le contingenze. L’azione educativa è rischiosa perché è abbandonata a una libertà fragile; e qui uno capisce il limite della propria persona e la insondabilità del mistero dell’altro.
Queste percezioni alimentano una umiltà che non fiacca minimamente l’entusiasmo, che non mette minimamente in questione la passione, ma che rende tale entusiasmo e tale passione vera proposta e non tentativo di accattivarsi l’altro.
(Il testo completo si trova nell’edizione SEI
de Il rischio educativo, 1995)