Europa Abbattere muri. Costruire ponti
Pace - immigrazioneIl
presidente del Parlamento europeo, Pat Cox, e il ministro degli Interni, Giuseppe
Pisanu,
sul fenomeno dell’immigrazione e sul prossimo allargamento dell’Europa
ai Paesi dell’Est
«Mi ha raccontato il colonnello Gheddafi di persone dell’Africa sub-sahariana
che affrontano a piedi il deserto, facendo rotolare davanti a sé un bidone
pieno d’acqua, con la speranza di arrivare con l’ultima goccia alla
frontiera della Libia». Il ministro degli Interni Pisanu, di esempi come
questo potrebbe raccontarne tanti, storie di immigrati spinti dalla disperazione
che partono con ogni mezzo verso il vecchio continente. Da quando è arrivato
al Viminale ha messo questo «fenomeno di dimensioni epocali» in cima
alle sue preoccupazioni. Ma ora, con la presidenza italiana del Consiglio Ue,
vuole che anche l’Europa cominci a sviluppare una politica capace di «abbattere
muri e costruire ponti», come recitava il titolo dell’incontro che
l’ha visto protagonista al Meeting insieme, non a caso, con Pat Cox, presidente
di quel Parlamento europeo chiamato a recepire e studiare le sue proposte.
«Negli Stati Uniti come in Europa - ha detto Pisanu - l’immigrazione è percepita
come un fenomeno negativo. In parte questa percezione è giustificata dai
timori suscitati dall’immigrazione clandestina», un traffico criminale
che coinvolge ogni anno tra le 500mila e le 700mila persone, ma che costituisce
solo «l’aspetto patologico di un fenomeno molto più vasto»,
che coinvolge un abitante su trentacinque del pianeta, «che contribuisce
in misura crescente alla vitalità economica e sociale dei nostri Paesi» e
nasce da motivi tanto semplici quanto drammatici. «Non essendo il pianeta
riuscito a dar ragione ai papi delle encicliche sociali, non essendo cioè riuscito
a distribuire in maniera più equa le sue risorse, gli abitanti del pianeta
si sono ridistribuiti e si stanno ridistribuendo in funzione delle risorse disponibili».
Secondo il ministro, l’Europa deve cercare di governare questo fenomeno
unita, seguendo tre direzioni: «L’aiuto allo sviluppo dei Paesi di
origine e transito dei migranti», «la regolazione dei flussi legali
con accordi tra gli Stati coinvolti», «la gestione integrata dei
confini dell’Europa e la guerra senza quartiere alle organizzazioni criminali
che sfruttano spietatamente l’immigrazione clandestina». Tre punti
che il Presidente Cox condivide e su cui ha assicurato la raggiunta disponibilità dei
Paesi europei «che tuttavia - ha tenuto a precisare - si sono sempre preoccupati
di asilo e immigrazione sin dal ’99».
Nel 1950 l’allargamento dell’Europa ai Paesi dell’Est appariva «come
un sogno addirittura impossibile - ha detto Cox -, eppure l’anno prossimo
questo sogno diventerà una realtà politica. Ma qual è l’Europa
alla quale si uniscono questi nuovi Stati?». È il frutto di una
storia costruita «sulla base del rispetto della dignità dell’essere
umano e della diversità culturale», su valori che fondano una politica
responsabile e di solidarietà anche in fatto di immigrazione. Com’è possibile
rendere realtà tutto ciò oggi? «Per questo, anche per questo
- ha detto Pisanu - l’Europa ha bisogno di attingere linfa nuova alle sue
radici cristiane» perché altrimenti «rischia di essere un’esangue
creatura aristocratica senza padri ne popolo». E se il ministro degli interni
ha assicurato l’impegno dell’Italia a favore di un chiaro riferimento
alla storia cristiana d’Europa nel trattato costituzionale, Cox non è stato
da meno: «Il governo italiano non sarà l’unico che s’impegnerà affinché questo
riferimento sia ripreso nella Costituzione», e poco dopo ha aggiunto, «ma
guardate non soltanto all’importanza della forma che compare nel nostro
preambolo, guardate ai contenuti, alla sostanza che si basa su valori ben precisi».