«Il pessimismo frena l' Italia, il motore è la fiducia»

Federico Fubini

Da sempre più scettici del necessario, da qualche tempo gli italiani hanno consumato un vero e proprio divorzio: da una parte, cioè verso il basso, scivolano le loro aspettative e la fiducia nel futuro; dall' altra evolvono gli indici dell' inflazione o dell' occupazione, non sempre in negativo come temono le famiglie. Una rottura così vistosa fra stato d' animo e realtà da esercitare un freno sui consumi e la crescita del Paese. Susana Garcia-Cervero, uno degli economisti di Deutsche Bank che più da vicino seguono Eurolandia, da tempo cerca di capire meglio questo fenomeno che complica tutte le previsioni. Il pessimismo degli italiani sull' economia è puro senso della realtà o esagerano? «Di certo la mancanza di fiducia è il principale problema dell' area-euro nel suo complesso, non solo dell' Italia - risponde Susana Garcia -. E' come se i consumatori non riuscissero ad apprezzare in pieno i dati di fondo della situazione. Ma in Italia il fenomeno è particolarmente accentuato». Come spiega questa strana miopia? «Il morale basso contribuisce a frenare la crescita, ma non credo che gli italiani di colpo siano diventati ciechi o pazzi. Sono razionali: da anni sentono parlare di riforme che non arrivano. Le pensioni in primo luogo, ma non solo. E' come se sentissero il peso di tanti tentativi falliti. Alla fine ai cittadini sembra che le coalizioni di partiti, con le loro divisioni, non offrano una chiara visione del futuro». L' inflazione reale è più bassa di quella «percepita». Anche sulla disoccupazione gli italiani hanno un' immagine distorta dalle lenti del pessimismo. E spendono meno. Colpa della politica? «Si possono fare anche altre ipotesi. I dati sulla fiducia sono sempre inaffidabili se l' economia sommersa è importante. O forse, rispetto alla Germania o alla Francia, alcuni consumatori italiani sono meno informati. Per esempio, al momento del passaggio all' euro ci sono stati segnali contraddittori che forse spiegano parte della differenza fra le statistiche e ciò che la gente vede». Quali sono le sue previsioni per quest' anno? «Per ora vediamo l' area-euro crescere dell' 1,8%, ma c' è il rischio di una correzione al ribasso. In Italia, dopo la brutta fase fra fine 2003 e inizio 2004, il tasso di sviluppo quest' anno sarà basso. Non molto sopra l' 1%».