Iraq, bombe e morti a Kirkuk e Kerbala

Paolo Conti


BAGHDAD – Due esplosioni nell’arco di poche ore. Un ordigno è esploso
all’interno di una scuola nei pressi della città di Kerbala, nel
centro dell’Iraq, mentre a Kirkuk, 250 chilometri a nord di Baghdad, un
kamikaze si è fatto saltare vicino alla sede del partito curdo. In tutto
sei morti e una cinquantina di feriti

A Ramadi, ieri notte, due iracheni sono morti per un'autobomba e altri dodici
sono rimasti feriti. Oggi, poi, sempre a Ramadi, un soldato Usa è morto
per l'esplosione di un ordigno.

Secondo al-Jazeera salgono a quattro le vittime di Kirkuk: si tratta, oltre all'attentatore
di due bambini e della loro maestra che si trovavano nella scuola attigua alla
sede del partito curdo. Sono bambini anche le vittime di Kerbala e tra i feriti
tutti piccoli fra gli 11 e i 12 anni. L’ordigno è esploso, infatti,
in una classe della scuola Al-Abed.

Intanto in Iraq la coalizione prosegue con le operazioni militari, nel tentativo
di potenziare la sicurezza, il punto debole nel Paese. Nel nord del Paese, soldati
americani hanno ucciso 10 guerriglieri.

Due iracheni sospettati di voler mettere a punto un piano per l’abbattimento
di aeroplani con dei missili, nei pressi di Tikrit, la città natale di
Saddam Hussein, sono stati oggi arrestati.

Una terza persona è ricercata. “Abbiamo ricevuto informazioni secondo
cui i tre stavano per utilizzare missili antiaereo contro velivoli della coalizione
nell’area di Tikrit. Stavano per agire e abbiamo capito che dovevamo passare
all’azione”, ha detto il colonnello Steve Russell, comandante del
Battaglione 1-22.

Mentre gli occhi delle organizzazioni per i diritti umani sono puntati sull’Iraq,
un ufficiale americano ha ammesso di aver sbagliato minacciando a morte e percotendo
un prigioniero iracheno. Il militare avrebbe spiegato che il gesto era dettato
dalla necessità di salvare i propri uomini. L’udienza preliminare
del caso si è svolta mercoledì in una base dell’esercito
americano a Tikrit.