Il crocifisso? Io non credo in Dio, però...
Il crocifisso nelle aule in questi ultimi tempi è diventato oggetto di un dibattito. A prima vista può sembrare una sciocchezza e un problema futile, ma in futuro potrebbe riguardare non più solo le aule scolastiche, ma anche i posti di lavoro, le zone pubbliche, le facciate di case, palazzi o chiese che i passanti potrebbero vedere. Per me innanzitutto il crocifisso non è un problema: che ci sia o che non ci sia a me non fa differenza, non mi dà alcun fastidio vederlo in classe. A parte il soggetto rappresentato, oggettivamente un po’ cruento (un uomo che patisce fame e sete inchiodato per mani e piedi ad una croce), essendo stato trattato nei secoli scorsi innumerevoli volte come soggetto di varie opere d’arte, assume un valore storico-artistico che mi appartiene e che non posso rinnegare. (…)
Io non credo in nessun dio, cristiano, musulmano o di qualsiasi altra religione. Chiaramente non sono sicuro che non esista e non posso dimostrarlo come, al contrario, non può essere dimostrato che esista; ma anche se esistesse per me non farebbe differenza, perché non ne avrei comunque bisogno. Sono sempre riuscito a risolvere da solo i miei problemi ogni volta che mi si sono presentati e mi piace la mia vita così com’è, anche con i suoi difetti e dispiaceri senza avere qualcuno che dall’alto mi sorveglia e protegge. Non ho bisogno di un aiuto, ho già i miei amici e la mia famiglia; né ho bisogno di sperare che ci sia un’altra vita migliore di questa dopo la morte per non averne paura e per consolarmi: preferisco vivere, pensandola pessimisticamente come la fine di tutto e confrontarmici, per accettarla così com’è.
Però, fino a poco tempo fa, pensavo ed ero sicuro di questo: Dio non esiste. Convalidavo quest’ipotesi con il fatto che è un qualcosa di intangibile e di cui non si hanno prove concrete. Poi però ho scoperto che non esistono solo le cose che possiamo vedere, sentire o toccare, ma anche altre: altre galassie, altre dimensioni dopo le tre conosciute, geometrie che si basano su realtà inimmaginabili e non dimostrabili solo con calcoli. Ciò a volte non solo non si può vedere, toccare e percepire, ma non si può neanche immaginare.
Quest’insicurezza sull’esistenza o no di Dio è nata in me anche dopo il confronto e il dialogo con una persona che ho conosciuto da poco e che in poco tempo ha cambiato totalmente il mio modo sicuro e pragmatico che avevo di vedere il mondo.
È una ragazza cattolica, che viene da una famiglia praticante: prega prima di mangiare, la domenica va in chiesa, partecipa ad incontri con altri ragazzi e con frati per discutere di religione.
Parlando con lei ho scoperto una nuova realtà, una fede in Dio che mai prima avevo visto in nessuno, una fede vera e certa che influisce sul suo modo di vivere.
Ogni volta che parliamo della religione siamo felici, perché è raro trovare una persona con un’idea opposta alla tua che ti ascolti oggettivante e discuta seriamente. Spero di arrivare, prima o poi, tramite questo confronto ad un’idea fissa e certa. Per ora, sono indeciso.