«Il bene che ho già ricevuto»
Sabato 18 novembre ho partecipato come volontaria alla Colletta alimentare. Ormai è diventata una sana abitudine annuale: un gesto di offerta del mio tempo a cui il movimento mi ha educata, prima attraverso gli scout, poi alle medie con i Cavalieri, con Gioventù Studentesca alle superiori, con il Clu in università. Ma non è stato automatico il desiderio di ripetere l’esperienza e quindi decidere di mettere da parte le “cose da fare” segnate in agenda o accantonare il “meritato riposo” dopo una settimana stressante. Così, alle 8 del mattino, mi sono ritrovata un po’ addormentata davanti al supermercato a chiedermi: «Chi me l’ha fatto fare?». Non è bastato avere amici al mio fianco o leggere la frase del Papa dietro al volantino da distribuire, e neppure tutta la mia buona volontà. La domanda è diventata insistente, soprattutto dopo i primi dieci «non mi interessa», e ha reso evidente che il mio sforzo di esserci non reggeva la frustrazione del non poter costringere nessuno a fare del bene.
Solo a un certo punto ho iniziato ad accorgermi di cosa stava succedendo: una signora, ricevuto il segnalibro con il “grazie” per aver donato, ci ha ringraziato a sua volta, consigliandoci un libro da leggere, che mi sono appuntata; poi, padre e figlio stranieri, che non avevano capito un granché di quello che avevo detto, sono tornati portando pasta e passata di pomodoro; ancora, una signora anziana ha riempito un intero carrello... Man mano che vedevo le persone donare, mi rendevo conto di essere in quella posizione privilegiata di Gesù e degli apostoli davanti al tempio, quando hanno visto la vedova povera gettare le sue due monetine nella cassetta del tesoro.
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La mia Colletta è stata il privilegio di guardare chi, come può, dona tutto per un altro, che tra l’altro nemmeno conosce. Accorgermi di questo mi ha reso aperta a fare anche io una piccola spesa, ma non era più per un “dover fare del bene”, non era più misurato nel “tanto” o “poco”, ma aveva come unità di misura il bene visto e tutto quello già ricevuto nella mia vita.
Carola, Milano