Se in scena ci vanno uomini vivi

In una lettera, la storia di una compagnia teatrale di universitari, dell'incontro con Adriana Mascagni e Peppino Zola e di uno spettacolo ispirato da un romanzo di Chesterton

Nel settembre 2021, la proposta di iniziare a fare lezioni di teatro sotto la guida della professionista Laura Massari ha raggiunto una quindicina di ragazzi universitari dispersi tra lo stretto schematismo ingegneristico del Politecnico e la follia del dipartimento di Fisica in zona Città Studi a Milano.

Siamo partiti quasi tutti da zero e senza un’idea precisa di cosa volesse dire recitare. Il primo anno di prove e spettacoli è stato entusiasmante e frenetico, come un treno in corsa, ma mancava qualcosa. Molti di noi sentivano l’esigenza di canalizzare la bellezza e la leggerezza del teatro in un senso. In una cena con il nostro amico don Cesare, siamo stati sfidati a guardare il teatro come uno strumento molto più grande e completo di quel che stavamo facendo. Poco dopo, Adriana Mascagni e suo marito Peppino Zola ci hanno chiesto di conoscerci. Era fine novembre e stavamo cercando qualcosa su cui lavorare in vista di un nuovo spettacolo e il romanzo Uomovivo di Chesterton era tra le opzioni. Quella sera abbiamo scoperto che la storia di Innocent, che per noi era solo uno tra i possibili testi su cui lavorare, è stata fondamentale per loro. Adriana ci ha raccontato a lungo di come la sua passione per la musica e il teatro abbiano trovato compimento nel servizio al movimento. La contentezza che ci hanno trasmesso in quell’occasione ci ha incoraggiato a lavorare con uno spirito nuovo. La sua morte, avvenuta appena due settimane dopo il nostro incontro, ci ha lasciato con un grande senso di Mistero e preferenza. Questo è stato l’inizio di Innocent, lo spettacolo che metteremo in scena per la terza volta, il 17 dicembre al teatro Leonardo in Piazza Leonardo Da Vinci.



«Il grande Chesterton - ha scritto Peppino per la nostra locandina - passa in rassegna tutte le falsità che avvelenano la cultura e, quindi, la vita personale e sociale di oggi: il razionalismo distruttore, lo scientismo, il perbenismo e tutti quegli “ismi” che negano la realtà ed espellono Dio e Gesù dalla vita. In sostanza, l’uomo vivo è lo stesso Chesterton, che ha dedicato la sua esistenza a ricordare agli uomini che non sono ancora morti. Un inno alla vita, perché essa ha un senso: basta viverla fino in fondo».

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È una storia leggera e molto spiritosa, ma anche seria e con un grande messaggio: chi è veramente libero di osare e rompere gli schemi che la società chiede di soddisfare per ascoltarsi con sincerità? Si è disposti a farlo a costo di sembrare matti? Dopo il primo debutto abbiamo ricevuto diverse email commosse di ringraziamento da parte di molte persone conosciute e non. Ora la nostra compagnia - Chescenaé - oltre ad essere un luogo di libertà e amicizia concrete, sta diventando strumento per contribuire a costruire non solo noi stessi, ma anche la vita di coloro che ci incontrano. Chi è stato coinvolto nelle nostre attività di laboratorio, chi è stato toccato della bellezza che raccontiamo nei nostri spettacoli e chi ci aiuta costantemente dietro le quinte a tenere tutto in piedi senza perdere il senso del nostro agire. Continuiamo ad andare in scena per imparare sempre di più cosa ci sia dentro la bellezza che incontriamo a teatro.
Gloria e Letizia, Milano