Quel dono che fa iniziare un cammino

La gratitudine per l'accoglienza e lo stupore per le domande che aprono alla ricerca di senso. Due fatti che aiutano a riscoprire l'origine di Portofranco

La fine della scuola è un'occasione privilegiata per raccogliere ciò che i ragazzi e le ragazze conosciuti quest'anno a Portofranco (centro di aiuto allo studio, ndr) hanno vissuto.

La prima cosa che mi colpisce e commuove è la gratitudine. Un esempio su tutti è quello di tre sorelle e un fratello egiziani in partenza per il loro Paese d'origine e che, prima di andare, sono voluti passare da noi. È stato un momento commovente, per nulla formale e pieno di intensità, in un saluto grato per aver trovato quest'anno a Portofranco delle persone che si sono prese cura di loro. Per me è stato un grande contraccolpo. Nella loro gioia per aver avuto sempre qualcuno ad accoglierli, vibra il bisogno di tutti, quello di avere uno sguardo amico che ridesti la propria umanità.

La seconda cosa che mi colpisce è che Portofranco non finisce con l'esito scolastico. Me lo ha fatto capire una ragazza che, contenta di aver preso un 9 in Storia, mi ha detto: «Io però ho ancora la domanda su quale sia il senso di studiare Storia...». E io che pensavo che con il suo 9 il mio compito fosse concluso... e anche bene! Invece mi si è riaperta davanti agli occhi la questione vera: la domanda sul senso. E questa è una sfida che va al cuore non solo dello studio, ma della vita. Quella ragazza con la domanda sul senso dello studiare la Storia mi ha fatto riscoprire l'origine di Portofranco, un aiuto allo studio dentro un "tu per tu" che apre orizzonti più ampi: "Perché studiare?" e "perché vivere?". Che questa domanda si apra è un regalo, un dono che fa iniziare un cammino.
Gianni, Abbiategrasso