Pila. Un anticipo dell'eterno

Dopo anni di assenza, il ritorno a una vacanza del movimento si rivela decisivo per riscoprire la grazia di una preferenza e la promessa di felicità del primo incontro

Erano anni che non partecipavo a una vacanza del movimento: per pigrizia, giustificandomi con il fatto che il periodo in cui si tengono – luglio – sono spesso oberato da impegni e scadenze professionali.

Quest’anno, alcuni eventi che sono capitati a me e alla mia famiglia, hanno ridestato il bisogno di essere accompagnato e sostenuto nella fede e nella vita. Sono, pertanto, tornato - con una certa fedeltà – a frequentare la Scuola di comunità del mio amico Giorgio Vittadini e ho deciso di andare alla vacanza a Pila. Vitta mi aveva telefonato per insistere affinché andassi: in realtà, l’avevo già deciso, ma la sua attenzione mi ha commosso.

La vacanza è stata decisiva per comprendere più a fondo la Grazia della preferenza che mi è stata accordata: quando da giovane ho incontrato questa compagnia che ha cambiato e plasma tutta la mia vita, una compagnia la cui sacralità oggi comprendo con una consapevolezza nuova, che ieri non avevo. Oltre a una ventina di over 60 (come me) c’erano circa 500 giovani (tra i 25 e i 35 anni), la maggior parte lavoratori, molte giovani coppie sposate con bambini piccoli. Mi sono rivisto alle vacanze della Scuola di comunità del “Tribunale” quando io e mia moglie partecipavamo con i nostri numerosi figli in tenera età e la vita era tutta una promessa di felicità e la realtà non ci ha traditi. Già questo è stato uno spettacolo di bellezza: una gioventù sana, allegra, piena di speranza sul futuro… un altro mondo! Ci sono state due testimonianza straordinarie.

Don Stefano Alberto – don Pino - ha commentato il Miguel Mañara. Mi è rimasto impresso come un incontro, quello di Miguel con Girolama, può cambiare tutta la vita, fino al perdono di sé, perché amati oltre ogni limite: la vita così può rinascere con un gusto inaspettato e con una nuova missione.

Rose, parlando della sua vocazione, ha raccontato che la sera non riusciva a dormire per le preoccupazioni e i problemi che il giorno dopo doveva affrontare; quando, però, si è affidata completamente alla volontà di Dio, ha cominciato a dormire serena e per molte ore, «fino alla carezza di Cristo che mi sveglia ogni mattina». Che coscienza: ogni giorno è un dono che Cristo ti permette di vivere, in letizia.

Infine, durante l’assemblea dell’ultimo giorno, Vitta raccontando di sé, si è commosso fino alle lacrime, perché «capisco che da solo non ce la faccio ad arrivare a sera», ma solo consegnandosi alla sua vocazione e alla compagnia di Cristo – che sono volti precisi in modo particolare dei ragazzi, che gli sono stati affidati, cui si è affezionato e che gli vogliono bene – può sostenere il peso del vivere e rendere feconda la sua giornata.

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Tutto ciò mi corrisponde profondamente e mi rende infinitamente grato: la mia domanda, infatti, è di poter essere felice, accettando la volontà misteriosa di Dio, affinché il presente possa essere un anticipo di eternità, come è stata la vacanza e come può essere ogni giorno che mi è dato di vivere.
Paolo, Milano