BRASILE Ecco come la gente trova la forza per ricominciare

Cresce il numero dei morti in Brasile dopo l'alluvione. Ma la situazione inizia a migliorare: le strade sono più percorribili, e col lavoro cresce il desiderio di tornare alla normalità. Tra chiese piene e donazioni

Cari amici, sono ritornata domenica nelle zone alluvionate della Vale do Cuiabá. Sicuramente lo scenario è cambiato perché si vede nettamente il grande lavoro di pulizia che è stato fatto. Sulle strade ci si muove meglio e con più sicurezza. Sono saliti ad 800 i morti ufficiali e i dispersi si cercheranno ancora solo per una settimana. Mentre le strade di collegamento pubbliche sono piú percorribili, non è cambiata di molto la situazione delle case rimaste in piedi e di quelle distrutte. Lì sembra che il lavoro di 10 giorni sia servito a poco, tanto era il volume di fango. Tuttavia si nota l’incessante lavoro e il desiderio di tornare alla normalità. Alle 11 abbiamo assistito ad una Messa (la prima dopo l’alluvione) celebrata in suffragio alle vittime. La Chiesa era pienissima e da qui si capisce da dove la gente sta trovando la forza di continuare. La situazione di chi ha perso casa è rimasta la stessa, alcune famiglie, quelle che potevano, sono andate via ospiti di amici e parenti ma la maggior parte sono rimaste. Ricominceranno. Con fede. Il destino delle zone alluvionate non è ancora chiaro, si sta facendo un lavoro di raccolta dati che potrá aiutare a sviluppare azioni piú puntuali. Noi continuiamo ad sostenere il punto di raccolta dell'amico sacerdote Pe Rogerio, che sta a Itaipava all’inizio della valle in un posto relativamente accessibile. Da qui cerchiamo di organizzare le donazioni che per il momento stanno ancora arrivando. È un aspetto molto importante perché probabilmente le donazioni termineranno e ciò che riceviamo dovrà durare oltre l'emergenza.
Settimana scorsa abbiamo saputo che una bambina sostenuta con il sostegno a distanza di AVSI nel Centro Educativo era dispersa, poi ritrovata, in une delle zone alluvionate.
Un abbraccio.
Paola Gaggini (AVSI di Rio de Janeiro)