Nicaragua. La vera liberazione

Da mesi il Paese vive una situazione di crescente tensione tra Governo e opposizione. Anche gli uomini di Chiesa sono stati vittime di violenza. Qui il documento di giudizio sulla situazione preparato da Comunione e Liberazione in Centroamerica

Nel lontano 1979 Monsignor Romero, commentando la prima lettura della Messa del 9 settembre, diceva:

«Guardate come viene annunciata, nella prima lettura, la liberazione portata da Dio: “Dio verrà in persona, Lui porterà la vendetta, Lui darà la ricompensa, Lui rinvigorirà i corpi, Lui farà fiorire il deserto” (cfr. Is 35,4-7a) Quale frase più adeguata per riflettere su cosa sia la vera liberazione! La vendetta! Non è una ritorsione egoistica, è il mettere le cose al loro posto, è dirci: tutti siamo fratelli, non c’è più motivo perché gli uni umilino gli altri. La vendetta di Dio sarà il suo amore, tutti gli uomini lo comprendano».

Queste parole del vescovo martire di San Salvador ci offrono elementi per aiutarci a comprendere, cioè a dare un giudizio sulla realtà che negli ultimi mesi sta vivendo il popolo fratello del Nicaragua. La vendetta, la rivincita di Dio, è il porre le cose al loro posto. In che modo? Ricordando a tutti che siamo fratelli, vale a dire rompendo la logica della differenza, affermando con forza che tutti abbiamo lo stesso sangue, che in noi batte lo stesso cuore.

Affermare l’altro come uno che è uguale a me è superare la logica del conflitto per affermare che l’altro è un bene, non un antagonista, una minaccia o qualcuno da distruggere per le sue idee, i suoi costumi, l’etnia o la nazionalità. «L’unità è superiore al conflitto» afferma Papa Francesco nella Evangelii Gaudium. Tuttavia per andare al fondo della comprensione e dell’esperienza di questa dinamica, una cosa deve cambiare: proprio quel cuore che ci fa fratelli. Il cambiamento del cuore, quello che nella tradizione cristiana si chiama conversione, è un cambiamento radicale della ragione, dello sguardo e del cuore, innanzitutto a livello personale, che inevitabilmente si traduce in un cambiamento della società, perché le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore delle persone.

In questo momento di particolare complessità nella nostra terra centroamericana, assetata di giustizia, è necessario porre un giudizio sereno e meditato a partire dalla domanda che riguarda ciascuno di noi: da dove viene a noi la libertà, cioè la salvezza, una vita piena, lo sviluppo, la pace? Da dove proviene questo cambiamento del cuore che ci permette di guardare gli altri come fratelli, che appartengono allo stesso popolo e che hanno i nostri stessi bisogni?

La risposta non sarà mai demandabile a meccanismi politici o a uomini forti ai quali affidare la gestione della responsabilità della vita, personale e sociale. La risposta nascerà sempre da un io protagonista, da un cuore vigile, trasformato, e per questo in grado di costruire un ordine nuovo.

Nella nostra esperienza questa trasformazione accade nell’incontro con Cristo, come affermano i vescovi del Nicaragua, che ci hanno indicato la via con queste parole: «Invitiamo uomini e donne di buona volontà a non rispondere con la violenza alle varie provocazioni a cui sono sottoposti. Il male ha forza quando noi lo permettiamo. Come Cristo affrontò la tentazione del maligno nel deserto con una fede incrollabile in Dio Suo Padre (cfr. Mc 1,12-13; Mt 4,1-11; Lc 4,1-13), così noi, come suoi seguaci, siamo chiamati a far fronte al potere del male con la stessa fede perché solo così possiamo vincerlo e vivere in una società di giustizia e di pace. Non dobbiamo essere complici del male».

Comunione e Liberazione Centroamerica