L'edizione francese de "La bellezza disarmata" di Julián Carrón

Belgio. «In una relazione vera si è sempre "disarmati"»

L'edizione francese de La bellezza disarmata è stata presentata a Liegi da padre Jean-Pierre Pire e Jacques Galloy, presidente della Radio cattolica francofona. «Non siamo qui per difendere valori, ma per essere ricentrati su Cristo»
Mauro Zappulli

La bellezza disarmata, primo libro di Julián Carrón, nella sua traduzione francese è stata al centro dell’incontro che si è svolto a Liegi il 29 novembre.
Location, il centro Design Station, a due passi dalla stazione centrale. Invitati a dibattere sul contenuto del libro: Jean-Pierre Pire prete decano responsabile della pastorale della città, e Jacques Galloy, membro della comunità dell’Emmanuel e presidente della Radio cattolica francofona (RCF) di Liegi. Come moderatore Paul Bleus.

Per entrambi gli ospiti la lettura del libro ha voluto dire scoprire il movimento di CL, poco conosciuto in Belgio, e approfondire, per aspetti diversi, la propria vita di fede e di movimento.
«Questo libro è stato un’occasione di incontro», ha iniziato Galloy. «Avevo il desiderio di conoscere il movimento di CL dopo aver conosciuto Paul. Sono stato colpito nel leggere l'intuizione che il fondatore del movimento, don Giussani, ha avuto negli anni Cinquanta. Molte cose riprese in questo libro hanno illuminato la mia fede, e dato una griglia di lettura su diversi aspetti. In primis la nozione di “testimone” come figura essenziale per comunicare la fede (oggi c’è più bisogno di testimoni che di maestri)». Galloy ha così descritto ciò che sta tentando di fare attraverso la trasmissione radiofonica “God’s Talents” di RCF, dove si raccontano storie di fede come esperienza vissuta: «Sono come dei “testimoni nascosti” nel tessuto sociale di Liegi di cui spesso non si sa l’esistenza». In secondo luogo il libro, dice, lo ha aiutato a mettere a fuoco certe problematiche che emergono nei dialoghi con i giovani (affezione, rapporti con la famiglia, con gli amici), essendo Galloy molto coinvolto con i giovani dell'Emmanuel.

«Sono stato subito sedotto dal titolo La Beauté Desarmé, come la comunicazione del cuore del messaggio cristiano attraverso una apparente fragilità», dice padre Jean-Pierre Pire prendendo la parola. «Mi ha colpito la frase riportata nel Volantone di Natale: “All'inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento”. È l'essenziale della fede. Non siamo qui per difendere dei valori, ma per essere ricentrati su Cristo. E questo dà gioia come condizione per la fecondità. Condizione per il dialogo con l'altro è una profonda simpatia, perché quando si cerca di convincere l’altro, alla fine si arriva a negarne l’esistenza».

A sinistra padre Jean-Pierre Pire, a destra Paul Bleus

Riguardo alla descrizione del contesto attuale che il libro propone, Galloy concorda con Carrón che la grande battaglia dell’umanità si giocherà in Europa: «A Liegi siamo stati al cuore delle guerre di religione e vedendo quello che ne è derivato, culminato nella Rivoluzione Francese e nell’affermazione dei valori della Repubblica, si vede chiaramente che in assenza di Dio questi valori portano l’uomo al nulla...». E oggi si vede quanto i giovani siano inflenzati dalla moda: «Io amo molto guardare il cielo e lasciarmi sorprendere, ma oggi non ci si stupisce più dell'infinito, si guarda lo schermo e si è limitati!».

Se i giovani sono anestetizzati sotto “l'effetto Chernobyl” e fanno fatica ad assumersi le proprie responsabilità, “la perdita delle evidenze”, sottolinea Pire, diventa un punto per ripensare a tutta la nostra umanità a partire dall’incontro con Cristo: «Occorre riscoprire il cuore della Tradizione... Tutta la tradizione biblica è una riflessione sui fatti, sugli avvenimenti della Storia, non è una riflessione filosofica! Mounier diceva: “L'avvenimento è il nostro maestro interiore”, gli avvenimenti non sono frutto del caso, tutti gli incontri sono un’occasione per ripensare le nostre certezze. Non possiamo più guardare superficialmente gli avvenimenti dopo che Dio si è fatto uomo. Ha scelto il metodo privilegiato di entrare nella storia e allora occorre guardare con attenzione questa storia».

A questo punto è spontanea la domanda di Paul: «Come vivete voi oggi questa “Beauté Desarmé” nel quotidiano?».
«Il movimento dell’Emmanuel, che significa “Dio con noi”, è la festa dell’Incarnazione», spiega Galloy. «Nelle mie giornate tengo conto sempre di Gesù, gli parlo, è un dialogo. Non mi sento mai solo. È la forza dell'incontro. Sono sposato da 25 anni, mia moglie è un grande avvenimento nella mia vita. Il matrimonio cristiano è un matrimonio a tre, perché c’è Gesù».
Per padre Pire, la “bellezza disarmata” «è la Bellezza della Verità. È innanzitutto una relazione. In una relazione vera siamo sempre disarmati di fronte all’altro. In una vera relazione amorosa, il verbo “prendere” non trova mai posto. Gesù ha proposto la bellezza della relazione con il Padre. La Bellezza è una forza che può risvegliare nell’altro la sua più profonda interiorità».
E se per Galloy, leggere il libro di don Carrón gli ha permesso di conoscere il movimento di CL e di approfondire l’idea che un’educazione possa generare opere, padre Pire, grazie a La bellezza disarmata, si ritrova totalmente nel pensiero di don Giussani. «Ha rafforzato la mia fede», ha detto. Per questo, «sono contento che il movimento esista».