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Referendum. La separazione delle carriere dei magistrati

Uno dei quesiti del 12 giugno chiede di introdurre la separazione delle funzioni di pubblico ministero e di giudice. Ecco di che cosa si tratta. Da ilsussidiario.net
Corrado Limentani

Tre dei cinque referendum sulla giustizia del 12 giugno riguardano l’ordinamento giudiziario, cioè questioni che attengono l’organizzazione del sistema giudiziario. I quesiti sembrano complessi, come spesso accade per i referendum abrogativi che sono caratterizzati dalla cancellazione di testi normativi o addirittura di parti di norme (“volete voi che sia abrogata la legge numero tal dei tali, limitatamente alle parole…” ecc.), ma se si ha la pazienza di leggere i titoli dei quesiti già si inizia a capire di cosa si stia parlando.

Il titolo della scheda n. 3 (di colore giallo) recita così: “Separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme … che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati”.

Il processo penale in Italia è strutturato così: da una parte c’è il pubblico ministero che svolge le indagini, individua i potenziali autori dei reati e cerca di farli condannare. Dall’altra parte c’è l’avvocato che difende l’imputato e cerca di farlo assolvere o almeno di fargli ottenere una pena equa. In mezzo tra i due contendenti c’è il giudice che, terzo rispetto alle parti, decide se dare ragione all’uno o all’altro, se condannare o assolvere. (...)

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