«Al Meeting i giovani sanno ascoltare»
Giovanna Iannantuoni, rettore della Bicocca e presidente della Crui, ha trascorso un'intera settimana a Rimini, accompagnata anche dalla famiglia. Ha visto mostre e incontri, «colpita dalla gioia e dalla generosità dei volontari»La gioia e la generosità dei suoi volontari, la libertà concessa a ciascun relatore. Sono i due aspetti che, più di tutti, al Meeting di Rimini, hanno colpito Giovanna Iannantuoni, rettore dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Dal 2023 alla guida della Crui, la Conferenza dei rettori degli Atenei italiani, Iannantuoni è intervenuta all’incontro “Scuola e università: risorse umane o uomini per il nuovo lavoro?”, insieme al cardinale Mauro Gambetti, presidente della Fondazione Fratelli tutti, a Cesare Pozzoli, vicepresidente della Fraternità di CL, al presidente Invalsi Roberto Ricci, Cristiana Scelza, presidente dell’associazione di imprese Valore D, e, a moderare, Francesco Occhetta, segretario generale Fondazione Fratelli tutti. Iannantuoni è arrivata a Rimini la sera del primo giorno di Meeting, martedì 20 agosto, ed è rimasta fino a domenica, portando con sé tutta la famiglia, visitando le mostre e incontrando tanti giovani.
Come mai ha voluto fermarsi così a lungo?
Volevo capire meglio cosa fosse questo evento e devo dire che ne sono rimasta veramente colpita. Innanzitutto dal fiume di persone di ogni età, bambini e giovani, adulti e anziani. Erano rappresentate tutte le generazioni ed è una cosa molto bella. Ho visto una ricchezza umana che mi ha stupita. Un altro aspetto che mi ha sorpreso è lo spirito di generosità che i volontari esprimono. Sono giovani, alcuni giovanissimi, e vederli felici, anche dopo tante ore di servizio, è stato meraviglioso. Ho incontrato tanti studenti, provenienti da città diverse e, ovviamente, dati i miei incarichi in ambito accademico, è stato molto bello poter dialogare con alcuni di loro. Spesso si dice che quella di oggi sia una generazione di giovani egoisti, che pensano solo ai social network, come se questo fosse il focus della loro vita, invece non è così. Sono ragazzi e ragazze che hanno voglia di ascoltare e che vedono negli occhi dell’altro qualcosa di interessante per sé, qualcosa ancora da scoprire. È ammirevole e, insieme alla loro generosità, mi ha colpito moltissimo.
Cosa sapeva del Meeting, prima di venirci di persona?
Ho partecipato tre anni fa, durante la pandemia, in collegamento da remoto: è stato comunque interessante, ma era tutta un’altra cosa. Il Meeting di Rimini è un brand molto riconoscibile e senza dubbio nell’immaginario collettivo italiano ha un suo posto. Anch’io, conoscendo bene il collega Giorgio Vittadini (ordinario di Statistica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, ndr), sapevo quale fosse l’impronta di questo evento. Ma dopo avere partecipato in presenza, più giorni, assistendo a molti incontri e visitando le mostre, sono rimasta sorpresa per l’assoluta inclusività nel dialogo e la libertà di poter esprimere ciascuno la propria parola. Un luogo così, che riconosce libertà di opinione ed espressione, che dura vari giorni, con tanti appuntamenti di spessore, è prezioso.
Che impressione ha avuto di incontri e mostre?
Ho assistito a incontri di grande livello culturale, politico e sociale, come quelli sul welfare e sulla salute pubblica, e a eventi di altissimo profilo, come lo speech del Governatore della Banca d'Italia. Ho visitato anche diverse mostre. Quella su Enzo Piccinini, per esempio, me l’ha spiegata una delle sue figlie ed è stato toccante; poi ho portato mia figlia a vedere quella curata dalla Fondazione Arca sui senzatetto: vivendo noi a Milano, si tratta di una realtà molto presente e volevo capire più a fondo questo fenomeno io stessa, e aiutare lei a conoscerlo meglio. E tutto questo in un'atmosfera fatta, non solo di analisi e condivisione di idee, ma anche di gioia e senso di comunità.
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Ha dei suggerimenti per tutti coloro che costruiscono e partecipano al Meeting?
Abbiate il coraggio di proseguire su una strada che non sia quella dell’ovvio, rifuggendo il conformismo e ciò che le persone si aspettano, siate sempre liberi e puntate alla verità. È anche così che un evento come il Meeting, aperto a tutti e in dialogo con la società, continuerà a essere un’opportunità per i giovani che vi partecipano. Occasione unica per comprendere tante questioni aperte dell’oggi e imparare una curiosità, una creatività e un modo di stare con gli altri che anche il mercato del lavoro ormai chiede loro.