Una scuola contro la dittatura dell'intelletto

A lezione da Cacciari. Poi Natoli, Bersanelli, Barcellona... Un dialogo serrato fra Scienza e Filosofia. Alla ricerca di ciò che fonda la conoscenza umana. Prende avvio, a Catania, la Scuola di Alta Formazione sul futuro della specie
Giuseppe Di Fazio

Sono arrivati a Catania in cinquanta da tutt'Italia per partecipare alla Scuola di Alta formazione promossa da Nova Universitas sul tema "La ricerca scientifica e il futuro della specie". Per due settimane, a partire dal 14 giugno (scarica il programma), dottorandi e ricercatori di diverse discipline (dal Diritto alla Letteratura, dalla Chimica all'Ingegneria, dalla Filosofia alla Fisica) si ritrovano a seguire un corso residenziale in cui si pratica un dialogo fra saperi nella ricerca di ciò che fonda il cammino della conoscenza umana.
Pietro Barcellona, che della Scuola è l'anima, prova a spiegare così lo scopo dell'iniziativa: «Vogliamo riprendere la domanda del chi siamo e del perché viviamo in un contesto in cui la biotecnologia ha modificato alla radice il concetto di vita, mettendo nelle mani dell'uomo la possibilità di creare ex novo un progetto vivente».
L'avvio dei lavori ha registrato l'intervento di Massimo Cacciari sul tema della libertà nell'epoca del post-umano. Il filosofo si è paragonato per un giorno con i giovani borsisti e con alcuni scienziati presenti. «Proviamo dolore - ha detto Cacciari - nell'essere servi di un universo deterministico. Il nostro cervello è un pezzo di materia finita che pensa l'infinito e che avverte angustia verso ciò che vuole ridurne la portata». Cacciari ha contestato, inoltre, l'idea che la società post moderna ha della libertà come eliminazione di qualsiasi vincolo. «Invece il termine - ha sostenuto - nella sua stessa etimologia indica il concetto di dipendenza: libertà è appartenere a». Citando Dante, l'ex sindaco di Venezia ha ripreso l'idea della libertà come dono, che se accettato genera un atteggiamento oblativo. Ma l'uomo può anche scegliere il Nulla e, quindi, nullificarsi.
Fin dall'esordio, la Scuola ha lanciato l'idea di un dialogo serrato fra pensiero scientifico e pensiero filosofico nella prospettiva di una comunicazione fra saperi e del superamento della dittatura dell'intelletto. «L'intelletto - ha detto ancora Cacciari - tradisce se stesso quando ignora i propri limiti».
Per quindici giorni, i cinquanta corsisti avranno modo di ascoltare e interloquire con maestri di diverse discipline: da Cacciari a Vitiello,da Longo a Mordacci, da Natoli a Di Martino, da Esposito a Mancina, da Bersanelli a Riggi, da Arecchi a Rondoni da Barcellona a Vittadini. Le lezioni saranno accompagnate da serate di ascolto di musica (previsti un concerto di Bonaguri e una lezione-concerto dei maestri Faro e Nastasi) e da visite guidate ai tesori di Sicilia.