BLAIR Se la gente libera la politica

Un grande leader racconta i suoi anni a Downing Street: la morte di Lady Diana, l'11 settembre, la regina Elisabetta. E un interessante modo di vedere la politica: pragmatica, e senza alcun valore messianico
Alessandro Banfi

Di solito i libri di memorialistica politica non sono, diciamo, avvincenti. Vecchi leader in pensione buttano giù il contenuto di agende polverose, si tolgono soddisfazioni postume, trovano qualche pettegolezzo, il cui interesse risulta un po’ sbiadito. Spesso sono ricchi di particolari non veri o non accertati. Questo libro di Tony Blair (Un viaggio, edizioni Rizzoli) fa invece eccezione. È il libro di un grande leader, per dieci anni il primo ministro della Gran Bretagna. Per di più laburista, in un periodo dove vincevano solo le destre. Forse, dopo Churchill e la Thatcher, il più importante abitante del 10 di Downing Street da almeno cento anni a questa parte. Leggere questo suo diario fa comprendere come e perché una sinistra moderna possa governare nel nostro mondo occidentale. Quelli di Blair sono stati dieci anni di grande intelligenza, dove l’Inghilterra è tornata a guidare l’Occidente. Due esempi? Il capitolo sulla morte di Lady Diana, col breve discorso sulla “principessa del popolo” e i dialoghi con la regina Elisabetta. La parte sull’11 settembre, col fondamentale e brevissimo discorso sul terrorismo internazionale. Che scosse gli stessi Stati Uniti. Blair ha una visione pragmatica della politica (sia sempre benedetta la tradizione dell’empirismo anglosassone) e non le attribuisce alcun valore messianico, o di salvezza. «È vero», scrive nella sua stessa Introduzione, «che talvolta la mia testa pensa in modo conservatore, specialmente riguardo l’economia e la sicurezza, ma il cuore batte sempre per il progressismo, e l’anima è e sarà sempre quella del ribelle». Raccontava recentemente Matteo Renzi, sindaco di Firenze, che i consigli affidatigli da Blair riguardavano proprio le necessità della gente. «Se vuoi far vincere la sinistra in Italia cerca di comprendere i bisogni del popolo», gli ha consigliato durante uno dei viaggi nella sua amata Toscana. Dice Tony Blair in un altro punto di Viaggio: «Non c’è bisogno del potere della politica per liberare la gente, ma c’è bisogno del potere della gente per liberare la politica». Magari accadesse.

TONY BLAIR
Un viaggio

Rizzoli
p. 848, 24 €