«Sono qui di fianco a te»
Una telefonata nella notte: tuo figlio, il terzo dei tuoi sette figli, è in coma dopo un’uscita di strada in auto. Giulio Reggiori, 18 anni compiuti da poco, fuggiva a un controllo dei carabinieri: aveva soltanto il foglio rosa. Era il 2007. Due mesi in rianimazione e sette in un centro di riabilitazione.
Fatti vivo, scritto dal papà Alberto, chirurgo di Varese che ha operato a lungo in Africa (Giulio è nato in Uganda), non è appena il racconto di questo lento ritorno all’esistenza. È un dialogo tenero e serrato del padre con il figlio; sono le sue domande radicali al Mistero, il rapporto con la moglie e gli altri figli, il dolore, il pianto, le preghiere.
È il cambiamento nel modo di guardare Giulio, che era sempre stato il più ribelle di tutti, il più rimproverato. Ed è il cambiamento stesso di Giulio, che si riaffaccia alla vita con uno stupore, una gratitudine e una gioia prima soltanto domandati.
Ma il libro è anche il diario di una speranza alimentata quotidianamente dalla vicinanza di tanti amici e persone care, «compagni d’avventura» sempre più numerosi giorno dopo giorno. La speranza dei Reggiori non è un’aggiunta giustificata dal lieto fine, ma una presenza dentro ogni lacrima e ogni parola di conforto, negli impercettibili progressi delle condizioni di salute e in ciascuna Ave Maria recitata la sera, per settimane, salendo al Sacro Monte.
«È un vero miracolo essere qui in tanti», scrive Reggiori: «La loro presenza è già un segno, una risposta alla nostra domanda, è come se tutti questi amici parlassero a Suo nome e Lui personalmente mi dicesse: vedi, io ci sono, sono qui di fianco a te e percorro la tua strada, devi solo accorgerti di me, non ti lascio solo».
Alberto Reggiori
Fatti vivo
Marietti 1820
pp. 126 - € 12