Libri per l'estate - La "chance" dell’ultima ora
Un miracolo. Denari inaspettati, sbronze, donne e promesse non mantenute: ma è infine di un miracolo che narra l’opera postuma di Roth, che lui definì un «testamento», nella lucida coscienza del periodo finale della sua vita, esule a Parigi, preda dell’alcol, abbandonato all’autodistruzione. Un miracolo, dunque. «Perché a nulla si abituano gli uomini più facilmente che ai miracoli, se si sono ripetuti una, due, tre volte. Sì! La natura degli uomini è tale che vanno subito in collera se non capita loro di continuo tutto quanto sembra aver loro promesso un destino casuale e passeggero.
Così sono gli uomini. E che altro potremmo aspettarci dal nostro Andreas?». Quando, sotto un ponte della Senna, il ricco borghese chiede ad Andreas, barbone alcolizzato, di accettare 200 franchi per i suoi bisogni, quello si oppone: «Mi vedi? Come puoi pensare che io ti ridia questi soldi?». L’inaspettata mossa della Grazia ha fattezze d’uomo. Se e quando lo vorrà, aggiunge l’anziano signore, Andreas potrà restituire la somma ad una statuina di Teresa di Lisieux.
Il clochard accetta e in cuor suo è certo: salderà il debito con la piccola santa. Da quel momento... occasioni sprecate, errori, superficialità: Andreas fallisce per un filo l’obiettivo che pure desidera sinceramente. Ma c’è un abbraccio finale, ancor più grande della chance donata all’inizio, verso chi si è dimostrato incapace. In tutto, tranne che nel desiderio. Lasciatelo dire a me, che l’ho portato in scena: ci sarà data l’opportunità di frugarci in tasca anche nell’ultima ora.