Film per l'estate - «La cosa più bella che esista»

Andy, ergastolano innocente, non si piega a essere omologato dal sistema carcerario. Al suo amico Red insegna il valore della speranza. Il movimento consiglia per le vacanze "Le ali della libertà", con Tim Robbins e Morgan Freeman. Ecco perché
Maurizio Crippa

La scena madre, in questo film con molte scene madri, se la prende Mozart. Quando Andy, l’ergastolano innocente che non si piega a essere “istituzionalizzato”, a diventare cosa tra le cose, si chiude nell’ufficio del direttore e dagli altoparlanti fa partire Le nozze di Figaro. Note sublimi che volano sopra la tetra galera, su carcerati e aguzzini, su vittime e malvagi, e sono le ali della libertà. Il suo amico “Red” Redding non è più il ragazzo che commise un omicidio, ora è un vecchio ergastolano, e gli aveva detto: «La speranza è una cosa pericolosa, amico, può uccidere un uomo». Andy gli risponde con la musica: «C’è qualcosa dentro di te che nessuno ti può togliere». «Ma di che parli?», gli fa Red. «Di speranza».



Dice speranza, ma la parola giusta è libertà: non puoi rinunciarvi, anche se può fare paura. Nel titolo originale (da un racconto di Stephen King) c’è, invece, la parola “redenzione”. La redenzione non come la dà il carcere: ma come l’io ha bisogno di trovare. Andy non è migliore di Red («qui dentro siamo tutti innocenti»). È debole, subisce atrocità inenarrabili. Ma ha questo, oltre a un gran cervello: non s’arrende perché la speranza è «la cosa più bella che esista». Un desiderio che fa i conti con la materia che ha sotto mano. In prigione non è granché, ma non si butta via un grammo del positivo che c’è: «Fai di tutto per vivere, o fai di tutto per morire». Andy non s’arrende perché è migliore, ma perché c’è Red. Red non s’arrende perché si fida di Andy. Le ali volano, se hai qualcuno da cui andare.