Tracce N.1, Gennaio 1998

La storia è Sua. L'augurio d'inizio anno
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Guardando indietro all'intensissimo '97 vogliamo fermare quattro momenti,
quattro fotogrammi emblematici, tra i mille e mille che assiepano la nostra
memoria - anche i particolari sono importanti per la memoria! - e che hanno
dato vita anche a queste pagine come documentazione di un'amicizia.
Il primo ritrae la ragazzina di Novosibirsk che, dopo aver incontrato la
fede attraverso il movimento di Cl, si alza tra i suoi amici e recita a
memoria Alla sua donna di Giacomo Leopardi e Atto d'amore
di Ada Negri. «Cara beltà...». Quelle parole, pronunciate
in una terra difficile che per ottant'anni è stata devastata sul
piano umano e sociale dalla aberrante ideologia, sono quasi niente, un fatterello.
Ma sono un piccolo seme, sono il segno di una possibilità nuova di
dignità nel rapporto tra gli uomini e con il mondo.
Il secondo ritrae il Palavobis di Milano stipato in occasione della grande
manifestazione nazionale "Difendiamo il futuro", organizzata dalla
Compagnia delle Opere insieme ad altre venti associazioni per riaffermare
il primato della società e della libertà contro la pretesa
dello Stato di imporsi come unico educatore dei giovani. Da quel giorno,
in Italia, sui giornali e nei corridoi dei Palazzi, non si è più
potuto parlare di scuola senza tenere conto dell'esistenza di una realtà
sociale pronta a farsi privare di tutto pur di conservare la libertà
e quindi la libertà di educare.
Il terzo fissa nella memoria il messaggio che Giovanni Paolo II ha inviato
al Meeting di Rimini e che ha trovato nel nostro movimento corrispondenza
di giudizi storici e di proposta educativa. In un'epoca segnata da scetticismo
e nichilismo il Papa ha rinnovato l'invito a riscoprire in Cristo la positività
del reale. Mai come in questo momento della storia del mondo e della Chiesa
sentiamo il Successore di Pietro come padre e maestro.
Il quarto ritrae il Palazzo dell'Onu, a New York, dove un monaco buddista,
un musicista ebreo e un teologo cattolico presentano The Religious Sense
di don Giussani appena edito in Nordamerica. Invitati dall'Osservatore permanente
della Santa Sede alle Nazioni Unite. Un fatto imprevedibile che mostra l'attualità
della fede cristiana tradizionale, come Comunione e Liberazione l'ha percepita
e assunta, e la sua natura autenticamente ecumenica.

Cos'hanno in comune questi quattro fotogrammi? Riprendono tutti
uomini in azione, vale a dire un movimento. Ma ciò che hanno
più profondamente in comune è la coscienza dello scopo dell'azione
che realizzano. Non la grandezza, il successo o la suggestività sentimentale
caratterizzano la verità di un gesto, ma la certezza del destino
da cui è mosso. Essa dà valore a quanto di minimo o di grande
si compie.
Il passare del tempo insegna almeno una cosa: anche le opere più
grandi e maestose, quando siano state compiute per uno scopo parziale, si
perdono, non reggono, mentre un gesto anche piccolissimo, compiuto per lo
stesso scopo per cui esistono il tempo e la storia, regge e supera ogni
distanza, anche di secoli.

Lo scopo dell'azione ritratta in quei fotogrammi è la
gloria umana di Cristo nella storia
- l'amicizia di Cristo, infatti,
è un'esperienza umana che, iniziando nell'aldiqua, si compie dall'ultimo
dei giorni della storia nell'aldilà della storia stessa -. Questo
li fa grandi, memorabili pur nella loro evidente provvisorietà, perché
non affermano presuntuosamente se stessi, alla maniera di una ideologia.
Infatti che si possa aver chiaro il fine totale dell'esistenza non dipende
da una propria immaginazione, come è per ogni ideologia, o da uno
sforzo di volontà. La ragionevolezza e la bellezza di tale scopo
nella vita ci vengono richiamati in modo imprevedibile attraverso
la testimonianza di un incontro in cui si ripresenta un Avvenimento originale
che vive nella storia come tradizione e nelle persone come memoria. Ecco
l'augurio di Tracce: noi ci auguriamo un incontro imprevedibile,
quell'imprevisto con cui il Signore mostra, per nostra pace, che la storia
è Sua. E che Dio fa tutto.