Tracce N.10, Novembre 1996

Il Papa e la ragionevolezza della fede
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Le mille e più definizioni date della personalità e del ruolo di Giovanni Paolo II si sono dimostrate, nel tempo e anche alla luce del recente dibattito sulla scienza, parziali e imperfette. E ciò per un motivo molto semplice, anche se quasi sempre dimenticato: perché egli è il Papa della Chiesa cattolica, attrattiva e scandalo per tutti. Infatti, paradossalmente, attrattiva e scandalo dipendono dal medesimo motivo. Il Papa ripropone continuamente il contenuto della pretesa cristiana: che la fede sia un'esperienza ragionevole per l'uomo. Ragionevole, cioè adeguata alle esigenze della nostra natura, così da costituire un'ipotesi di lavoro positiva con cui affrontare gli interrogativi del vivere. E proprio questo non è tollerato dal "mondo", che pretende possedere sensibilmente nelle sue opinioni l'unica ragione del comportamento.

Con la sua testimonianza il Papa partecipa - così come deve cercare ogni battezzato - dell'avvenimento di vita iniziato Duemila anni fa nell'incontro di Giovanni e Andrea con Gesù, che ha portato alla ragione umana l'inizio del supremo compimento: la scoperta del volto buono del Mistero che fa tutte le cose e, perciò, del valore di ogni istante, di ogni particolare e di tutta la storia.
Siamo grati a Giovanni Paolo II per l'impeto di fede in Cristo e di passione per l'uomo a cui ci ha richiamato quando ha inteso la Chiesa come movimento di popolo nell'oggi della storia.

Il tempo in cui viviamo sconta il dominio degli utopismi e di un dogmatismo culturale. Da questo proviene lo smarrimento di un punto di riferimento naturale oggettivo per la coscienza di ciascuno e, quindi, la grave confusione in cui versa l'educazione, la giustizia e il modo di intendere il problema morale.
Oggi è più difficile sostenere la speranza degli uomini. Non un'utopia, ma la certezza di un inizio presente la può alimentare. Ad ogni latitudine, l'incontro con l'esperienza cristiana autentica ridesta l'apertura infinita della ragione e riappassiona alla vera statura della dignità umana.
Desideriamo accompagnare il Papa presente nel mondo, commossi - come i primi due amici di Gesù - per la letizia di un incontro.