Tracce N.10, Novembre 2000

Scandalo e stupore
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Giubileo dei giovani, degli anziani, degli universitari, degli artisti, degli sportivi, degli ammalati, dei politici…
Di fronte alla serie dei grandi raduni tenuti intorno al Papa per celebrare il bimillenario della nascita di Gesù molti hanno storto il naso. Qualcuno ha fatto banali e perfidi paragoni con adunate di diverso genere, qualcun altro li ha presentati come convocazioni in nome di un generico ideale di buoni valori.

In questi stessi mesi autorevoli riviste e i più diffusi quotidiani hanno ospitato interventi di esponenti laici desiderosi di confrontarsi con le posizioni della Chiesa, a volte ribattendo in modo duro a documenti della gerarchia, comunque tenendo sempre a mostrare un’alta considerazione per quelle posizioni. Tant’è che più d’uno, in campo laico, si è spazientito dinanzi a tale ossequio e a tale considerazione per le idee e le posizioni di un ente, la Chiesa cattolica, che già un paio di secoli fa si dava per morto e sepolto o almeno vivo, ma non certo vegeto.
Invece sembra proprio che la Chiesa abbia ritrovato un “appeal” presso l’intellighentsia.

Ma questo appeal sembra svanire appena la Chiesa si mostra non più solo un termine del dibattito culturale o un interessante interlocutore per discussioni sui “massimi sistemi”. Allorché essa assume la sua fisionomia di popolo “sui generis” presente nella storia - che fa e insegna, alla maniera di Gesù di Nazareth -, diviene strana, un po’ intollerabile o incomprensibile.
I milioni di pellegrini arrivati a Roma, ognuno con la propria storia e ognuno lieto di appartenere alla storia del più grande Avvenimento che permane nel tempo, risultano “indigesti” a chi vorrebbe ridurre la fede a sentimento vago o ad esercizio di dibattito intellettuale.

Chi pensa una Chiesa di carta e non una Chiesa di popolo, pretende che i cristiani si limitino a belle esercitazioni o vanagloriose dissertazioni. Invece a Roma e ovunque il popolo cristiano (o il suo estremo brandello vissuto nella coscienza del singolo battezzato) incide con la sua presenza nella storia, si ripetono scandalo e stupore. Lo scandalo dei farisei, che vedevano Gesù mischiarsi a gente di ogni risma; lo stupore dell’Innominato del Manzoni, che, osservando i paesani andar lieti all’incontro col Cardinale, entra nella propria conversione domandandosi: «Cosa c’è di allegro in questo maledetto paese?».