Europee. Messina, i custodi e la sartoria

La legge sul Reddito di cittadinanza, una proposta al Comune e il laboratorio per le donne in difficoltà... Se le domande del volantino di CL sulle elezioni diventano «un'occasione in più per godersi la vita»


Le domande riportate alla fine del volantino sulle Europee sono diventate un punto di lavoro personale: mi hanno accompagnato, rispetto alle difficoltà, ad approcciare con animo sereno e costruttivo le elezioni. Sono convinto che il voto sia un diritto da esercitare con carità e consapevolezza di giudizio, ma non nego che la tentazione di un voto di pancia, o addirittura dell’astensione, fosse sempre incombente. Anche perché non c’erano né un partito né un candidato che rispondessero pienamente alle mie aspettative sulla politica. Da dove iniziare dunque? Come dice spesso don Carrón, partiamo dall’esperienza.

Ho la responsabilità di una associazione di volontariato, la Hic et Nunc, e condivido con gli amici della Federazione dei Centri di Solidarietà e dell’APS “Santa Caterina da Siena” di Ferrara lo sviluppo di progetti sociali. Nell’ambito di uno di questi progetti, nella città in cui vivo, abbiamo dato vita a un laboratorio di sartoria per donne che vivono in contesti degradati. Conoscendole da tempo, ci eravamo accorti che molte di loro percepivano il Reddito d’inclusione (Rei), ora Reddito di cittadinanza, ma che, pur previsto dalla legge come obbligo, non erano state coinvolte in percorsi di reinserimento sociale attivo, perché il Comune di Messina, come la quasi totalità dei comuni del Sud, si è limitato ad attuare il Rei solo per la parte assistenziale. Essendo un peccato non sfruttare le opportunità offerte dalla legge, abbiamo deciso di presentare una proposta al Comune, che ha accettato.

Da qui è nato il laboratorio, che abbiamo chiamato Custodi Lab, perché negli ultimi anni, aiutati dagli amici con cui condividiamo l’esperienza lavorativa, ci siamo resi conto che abbiamo bisogno di custodirci l’un l’altro e il lavoro è l’ambito privilegiato in cui questa custodia può realizzarsi concretamente.

Di recente, durante le attività in laboratorio, una delle donne, Vittoria, che è affetta da sclerosi multipla, a un certo punto ha detto: «Sono contenta di aver deciso di partecipare a questo laboratorio. Vedo che mi volete bene e mi avete dato la possibilità di uscire di casa con un motivo e di non pensare sempre alla mia malattia. Grazie per avermi chiamata». E le altre signore ad annuire e a confermare le sue parole. È stato un lampo che ha squarciato quell’attimo di tempo, attimo in cui mi sono ritornate in mente tutte le domande del volantino, che - improvvisamente - hanno trovato risposta.

Essere accanto a queste donne ha dato loro la possibilità di incontrare una realtà sociale diversa, che le ha accolte nei loro bisogni. Grazie alla provocazione di Vittoria, ho preso coscienza che, senza rendermene conto, il «contributo che sto dando alla vita sociale e politica del luogo in cui vivo» consiste nel fare bene il lavoro che mi viene chiesto e nel riferirmi continuamente a quella compagnia che mi ha afferrato e che mi aiuta ad affrontare con intelligenza e creatività tutta la realtà.

Questo giudizio mi ha fatto rintracciare i criteri per la scelta elettorale, che non possono prescindere dall’esperienza che vivo tutti i giorni e dalle cose che mi stanno particolarmente a cuore. Anzitutto la difesa e promozione dei corpi intermedi e dunque del principio di sussidiarietà, poi la possibilità di libera intrapresa, la promozione della famiglia, della libertà di educazione e della libertà religiosa.

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In forza di questa scoperta, al lavoro ho cominciato a dialogare con i miei amici e sono nati dialoghi interessanti. Uno di loro, notoriamente di sinistra, ha detto: «È vero che non abbiamo candidati o partiti che ci viene voglia di votare, però almeno abbiamo dei criteri per scegliere». Poi ha aggiunto: «Se pensiamo che, votando alle Europee, scegliamo le famiglie politiche, i criteri che ci hai detto lasciano spazio a poche interpretazioni». Abbiamo così individuato la famiglia politica da votare. Insomma, il volantino è diventato un’occasione in più per godersi la vita!

Nicola Currò, Messina


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