Maturità. Quando il vero risultato è il cammino

Prima dell'esame tutti dicono che il voto non conta. Poi, a conti fatti, diventa spesso un motivo di recriminazione. Si oppongono opinioni alle opinioni. Si rompono amicizie. Un professore racconta la lezione ricevuta da una studentessa

Una delle questioni più critiche degli esami di maturità è il voto finale. Nella mia esperienza ho visto le reazioni più strane. Io stesso spesso ho reagito a quelle che pensavo fossero ingiustizie opponendo a opinioni le mie opinioni, pensando di poter risolvere le questioni con la forza delle mie idee “giuste”. Ma spesso non si tratta di semplici diversità di vedute, ho visto persino andare in pezzi rapporti di amicizia. E pensare che, prima degli esami, tutti, proprio tutti, dicono che a loro il voto non interessa: l’importante è uscire in un modo o nell’altro. E poi? E poi succede l’opposto: ognuno a guardare e misurare il voto dell’altro.
Mi sono chiesto perché sia successo e continui a succedere. Perché, di fatto, il criterio con cui si giudica l’esperienza dell’esame di maturità rimane quello di una misura?

Quest’anno una ragazza mi ha fatto capire qualcosa di più, in forza di ciò che ha vissuto e che le ha permesso di crescere come persona. È una studentessa che è stata un punto di riferimento dentro la sua classe e me lo ha testimoniato con la sua semplicità e attenzione. Una ragazza da cui ho imparato molto.
Agli esami già agli scritti si capisce che qualcosa non va. Poi il voto finale che non è all’altezza del suo valore. Io sono scandalizzato, perché mi sembra una palese ingiustizia. Glielo dico, ma lei è contenta. Dice: «Non mi aspettavo di più». E aggiunge una frase che non dà possibilità di replica: «Ripensando a questi anni, se non avessi fatto il percorso che ho fatto, non so ora come sarei arrivata!».
Mi ha spiazzato: io stavo mettendo in campo le mie opinioni, il mio senso di ingiustizia, mentre lei è partita dal cammino che fatto in questi anni. Uno sguardo più ampio, che vede oltre il naturale senso d’ingiustizia.

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Un’esperienza piccola, ma significativa: certe volte basta un numero a mandare in frantumi tutto. Questa ragazza, invece, ha guardato il suo voto ingiusto con la magnanimità del percorso fatto. Il voto non toglie nulla del percorso fatto, anzi, una valutazione ingiusta dà ancora più rilievo al cammino fatto.
La posizione di questa mia studentessa dice bene del tema delle vacanze del movimento di quest’anno: “Il cammino al vero è un’esperienza”. Così esperienza che sa abbracciare anche un voto ingiusto.
Gianni, Abbiategrasso