Vacanze GS. I "sintomi" di un'amicizia

Alcuni giorni a Firenze per i ragazzi di Novara con nuovi amici da Piacenza, Corsico e Buccinasco. Tra opere d'arte e incontri, alla scoperta della presenza del Mistero nella realtà e nei rapporti: qualcosa che ha a che fare con "verità" e "libertà"...

Dal 27 al 30 dicembre siamo stati a Firenze insieme ad altri sessanta ragazzi delle comunità di Corsico, Buccinasco, Piacenza e Novara, per godere della bellezza di questa città, in modo diverso da come si farebbe in altre compagnie. Il primo giorno fra Bernardo, del convento di San Miniato, ci diceva che, in una città come Firenze, dove ci sono meravigliose opere d'arte di “grandi” come Giotto, Brunelleschi o Michelangelo, se ci si mette veramente a guardare la città e tutta la bellezza che essa esprime, è evidente l’intervento di Dio.

Un passo chiaro, per me, è stato proprio acquisire consapevolezza di questa presenza del Mistero in tutto ciò che abbiamo visto e da cui, chi più e chi meno, siamo stati toccati e che, proprio perché, come ha detto Davide nell'assemblea, «in GS la si sente più che in altri contesti», ci permette di percepire una “differenza”, attraverso persone che ci guardano al di là dei nostri fallimenti e delle nostre fragilità, ma per quel che siamo, valorizzandoci.

É grazie a questo sguardo che ci rende coscienti del nostro valore - come quello del Cardinale Federigo sull’Innominato - che cominciamo a riconoscere quella bellezza, l’intervento di Dio in tutto, comprese le opere d’arte.

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Per noi di Novara è stata la prima vacanza con queste comunità: fino all’anno scorso si andava con gli amici del Piemonte a cui, personalmente sono molto legato, motivo per cui penso di essere partito per questi giorni in Toscana un po’ pessimista. La svolta, però, è stata riconoscere come lo stesso sguardo che ha fatto sì che tra me e altri di GS Piemonte sia nata un’amicizia per la vita, si sia riproposto in questa nuova compagnia. Una conferma, per me, della verità di ciò che seguiamo. L’ho ha detto l’amico Dado durante l’assemblea: «Il sintomo della verità è la libertà». Il sentirmi libero al ritorno da Firenze è stato la conferma di ciò che le amicizie nella nostra compagnia portano dentro.
Andrea, Novara