La Basilica di San Francesco ad Assisi

Vacanze Gs. "L'impossibile" di san Francesco

Ad Assisi, il frate che nella Porziuncola racconta di sé; la caccia al tesoro a Spello, che coinvolge la gente del posto; ancora, l'amica arrivata dalla Bielorussia... Il racconto della vacanza di 250 ragazzi e adulti da Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta

«Cominciate a fare il necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi scoprirete a fare l’impossibile». Con queste parole di san Francesco i ragazzi di Gioventù Studentesca di Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta sono stati invitati alla vacanza invernale ad Assisi.

L’esperienza che abbiamo fatto è stata la realizzazione di questo impossibile: a partire dall’unità vissuta dai 250 tra ragazzi e insegnanti, che per lo più non si conoscevano e che, al termine dei quattro giorni, «sembravamo amici da sempre», come molti hanno detto. La sfida era interessante: incontrare l’esperienza di san Francesco, testimone di una Presenza. Come e dove ci ha raggiunto questa presenza? La risposta è arrivata attraverso alcuni incontri e fatti accaduti. Eccone alcuni.

Ad Arezzo, Pierangelo, professore di Storia dell’arte, ci aspetta con alcuni amici per spiegare come la sua vita sia stata toccata dalla pala di Cristo del Cimabue: non una spiegazione solo artistica, ma una vita cambiata. I ragazzi più tardi hanno rimarcato la differenza con le spesso aride lezioni scolastiche.

Ad Assisi, la guida alla Basilica ci fa commuovere di fronte alla bellezza di Giotto, che dipinge l’amore a tutti i particolari della vita di Francesco. Alla Porziuncola, un frate francescano ci racconta la sua scelta di vita, pacificata dall’incontro con Gesù. Una vita “normale”, ha lui stesso sottolineato. Di eccezionale c'è la pazienza, la sollecitudine di Gesù che ci attende, ci corteggia e ci raggiunge attraverso incontri umani significativi, in qualsiasi situazione ci troviamo.

La caccia al tesoro a Spello diverte e stupisce la gente del luogo che ci aiuta o ci regala gli oggetti, a volte improbabili, richiesti dal gioco. Chiediamo: «Perché?». Disarmante la risposta: «Eccezionale vedere così tanti ragazzi lieti. Senza birra e schiamazzi».

E, infatti, eccezionali e semplici sono stati i gesti vissuti, a partire dalla visione del film Francesco di Liliana Cavani fino ai “frizzi” della serata finale. Una ragazza ortodossa di Karmà, in Bielorussia, ha voluto vedere il film in russo e ha posto domande sulle stigmate, sulla veridicità della storia. Ha visto una continuità con la nostra compagnia e ci ha detto di voler partecipare anche alle prossime vacanze estive.

Infine, una giovane insegnante ha scritto: «In questa vacanza mi sono accorta che, seppure io sia ai ferri corti con Dio, Lui mi usa per avvicinare a sé i ragazzi. Due esempi per me son stati lampanti: una sera mi metto in coda per confessarmi per poter lucrare l’indulgenza plenaria a Santa Maria degli Angeli. Incontro casualmente due giessini, chiacchieriamo un po’ e alla fine decidono di confessarsi anche loro. Il giorno dopo, mi ritrovo in fila accanto ad alcuni ragazzi di prima superiore, in attesa di entrare dentro la Porziuncola. Scambio qualche battuta e di nuovo il discorso cade sull’indulgenza. Entrati, si avvicina uno di loro per chiedermi di recitare insieme le preghiere per ottenerla e subito si forma un capannello attorno a me. Il Signore si serve di me nonostante le mie obiezioni e spero con tutta me stessa di aver la semplicità di cedere a Lui, perché è evidente che loro erano contenti e io desidero essere contenta come loro».

LEGGI ANCHE Buenos Aires. Un augurio di tutti hanno bisogno

Cosa ci portiamo a casa? Lo hanno espresso gli interventi all’assemblea finale. Il cristianesimo è un cammino semplice: «Mi è stato possibile essere semplice, stando insieme davanti a san Francesco»; «È stato immediato perché mi sono fatto aiutare. Vorrei essere così anche a scuola e nel quotidiano». Gesù ci raggiunge attraverso fatti, persone, momenti: «Sono partito da Torino che ero in crisi: poi mi sono attaccato a chi succhia il midollo della vita». Attraverso un presente che si può abbracciare, a cui si può dire sì, per una diversità e una bellezza che attira: «Alla Porziuncola ho provato una pace che non immaginavo»; «La nostra piccolezza non può essere obiezione. Non servono cose grandi».
Patrizia, Torino