Tracce

Tracce n.11, Dicembre 2023
Qui, oraLeggiEppure Špiller era certo di un evento più potente di qualsiasi altro, l’annuncio di Dio che si fa uomo. Oggi il potere e il male hanno altre facce e la tenerezza del Natale che si avvicina sarebbe un nulla, insopportabile, se non fosse un fatto inaudito, un amore pieno di pietà di cui c’è bisogno più dell’aria.
Il parroco della chiesa cattolica di Gaza, Gabriel Romanelli, racconta nelle pagine che seguono come la fede vissuta renda inattaccabile il cuore della sua gente, quando tutto intorno è disumano. Sembra travolta dalla storia, ma la notizia di quel Fatto silenziosamente continua a cambiare il modo di vivere qualsiasi cosa accada: la fede «non ci separa dalla realtà», ci fa cogliere «il suo significato più profondo», si apre «un nuovo modo di vedere», come dice la frase del Papa nel Volantone di CL.
La “pace” allora non è un silenziatore sul dolore, ma il seme di un’esperienza nuova che permette di stare nelle macerie, di case e di vita, di farsi le domande e capire cosa risponde, guardando in faccia la morte e il male, quello che ha riaperto traumi e ferite profondissime in interi popoli, come quello che esplode in una qualunque famiglia di provincia. Abbiamo raccolto in questo numero lo sguardo di alcuni testimoni che non vogliono voltare la faccia: dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, a Maria Ruiz, una giovane donna che a Gerusalemme, nell’ora più buia, dice il suo sì a Cristo come contributo al mondo.
Ricordava don Giussani in altri anni, davanti ad altre guerre: «Quando la società giunge a certi passaggi decisivi, il vero problema è che il giudizio di lode o di condanna dovrebbe mettere in conto innanzitutto la necessità dell’educazione dei giovani e degli adulti, cioè di tutti gli uomini, perché sono gli uomini normali che hanno la necessità di attivare le proprie capacità di giustizia e di bontà. Se l’umanità non è educata a una vera stima dell’uomo, e quindi a una giustizia reale, non può sentirsi libera dai disastri che essa stessa si procura». E aggiungeva che «il vero dramma dell’umanità attuale» è la mancanza di «un’educazione pari alla grandezza e alla profondità della lotta fra gli uomini».
Essere educati, come può solo chi ha un padre. Nel dramma emerge chiaro il bisogno di rinascere che ci attraversa tutti: ce lo ricorda il Patriarca Latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, che mai come in questo frangente dice di sentirsi chiamato «a un alto grado di paternità. Il padre è colui che genera alla vita. E qui, ora, c’è un gran bisogno di generare nuova vita».