«Nella tempesta, ma lieta e in pace»
Per me l’assemblea è diventata un altro punto di non ritorno. Per poter seguire l’incontro ho dovuto fare i conti con molti problemi da risolvere: dovevo trovare qualcuno che potesse tradurre le parole di don Giussani al Convegno per gli insegnanti a Viterbo nel 1977, tema dell’incontro; cercare l’interprete; infine, dovevo trovare la forza di partecipare. Quel giorno, infatti, avevo lavorato dodici ore affrontando ogni tipo di vicende e i problemi che accompagnano sempre la fine del semestre a scuola. In più, dovevo dedicare il resto della serata ad aiutare i miei figli con i compiti e a risolvere le loro liti. Come puoi immaginare, le domande «Perché sono qui?», «Quanto durerà?», «Perché sono sola in tutte queste situazioni?» e «Dove salvi la mia vita in tutto questo caos, Signore?» non aggiungevano gioia. Quindi, mi sono collegata all’assemblea in uno stato piuttosto malandato. Ma quando le persone hanno cominciato a parlare, all’improvviso sono scoppiata in lacrime e ho pianto per metà della riunione, anche se di solito è difficile farmi commuovere: in ogni intervento c’era la mia domanda e ogni risposta di Seve e Francesco era una risposta per me.
Un giorno hai detto che per te l’amicizia tra noi è la tenerezza di Cristo verso la tua vita. Ti ho creduto, ma per lungo tempo sono state solo parole, non un’esperienza vissuta: qualcosa che riguardava la vita del mio caro amico, ma non la mia. Durante la riunione, ho finalmente vissuto ciò di cui parlavi. L’assemblea è diventata per me un vero dialogo con Cristo, la Sua personale attenzione a me, il Suo amore per me, la Sua tenerezza per la mia umanità debole e imperfetta. Ascoltavo e piangevo perché vedevo che non sono sola, ma non perché ci sono tante persone che vivono le mie stesse domande e problemi, ma perché Cristo trova il modo di abbracciarmi e parlarmi ogni volta, specialmente quando non sono assolutamente pronta ad ascoltarlo. Che benedizione rendersi conto ancora una volta che attraverso ciascun amico, che mi ha suggerito e che in un modo o nell’altro mi ha aiutato a partecipare all’assemblea, Egli accompagna tutta la mia vita: nella maternità, nel lavoro, nella vera amicizia. Gioia e gratitudine hanno riempito il mio cuore e hanno scacciato ogni rimprovero e lamento.
LEGGI ANCHE - «Prof, non perda la speranza con me»
È stato importante per me accorgermi che la mia giornata, in cui non è cambiata nessuna circostanza, è trascorsa del tutto diversamente: nonostante la tempesta esterna continuasse, nella gioia e nella pace interiore.
Lettera firmata