Libera di nuovo
«“La libertà è la dipendenza da Dio”. Come e dove lo abbiamo potuto sperimentare quest’anno?». Se avessi dovuto rispondere a questa domanda un paio d’anni fa non avrei saputo e forse nemmeno capito cosa volesse dire quella frase. La mia vita lo testimonia.
A 14 anni incontro un ragazzo, Andrea, che subito mi colpisce per vari motivi. Il più importante di tutti è che, di fronte a una persona un po’ complicata come me (per vari problemi familiari), non scappa, anzi mi propone di andare con lui a Gioventù Studentesca. Io, innamorata persa, vado e trovo dei ragazzi pronti ad accogliermi e a sostenermi, ma a quell’età, non capendo niente, ero trascinata solo da lui. Dopo dieci anni di fidanzamento, ci sposiamo. Il Signore ci fa la grazia di avere due stupende figlie (dopo averne persi altri due) e così sono passati la bellezza di ventisette anni insieme.
Non abbiamo più condiviso questo cammino con i nostri amici, non so perché ci siamo allontanati, ma, vivendo in una piccola cittadina, avevamo la possibilità di incontrarci e tutte le volte mi sentivo accolta. Fino a quando la scorsa estate mi arriva un messaggio da Sara, una mia amica dai tempi di GS che adesso lavora e vive a Milano e che quando torna a trovare i genitori mi scrive per vederci, e questo, oltre che rendermi molto felice, mi lascia molto perplessa. In me si scatenano un sacco di domande, tra cui: «Come mai tutte le volte mi cerca?».
In questo messaggio c’era un invito a una cena in pizzeria. Ne parlo a mio marito e decidiamo di andare. A tavola, c’erano tante persone che conoscevamo già, ma c’era qualcosa di diverso. Ci siamo seduti e abbiamo iniziato a parlare, i figli giocavano tutti insieme e più parlavamo, più rimanevo stupita di come tutti loro ci facessero sentire voluti. Guardavo le loro famiglie, i loro figli e dentro di me prendeva sempre più corpo una domanda: «Che cosa hanno loro che io non ho?».
Ricordo che, quando siamo tornati a casa, continuavo a ripetere a mio marito che quella serata aveva smosso in me qualcosa. La sensazione è continuata anche i giorni successivi fino a quando mio marito, stupendomi, mi dice: «Io lo sapevo che era così...».
Alcuni giorni dopo, incontro sul lavoro Letizia, un’altra amica di GS presente alla cena. Le racconto tutto quello che mi aveva smosso quella sera e le chiedo se fanno ancora Scuola di comunità. Mi risponde di sì e le chiedo se posso partecipare con lei.
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Racconto tutto questo perché da quella sera è cambiato tutto. Ho capito cosa avessero tutti quei ragazzi che io non avevo. È cambiato il mio sguardo verso marito e figlie. Ho capito che non sono sola, anzi non sono mai stata sola. Ho toccato con mano la grazia di Dio che in quella sera, attraverso i volti dei miei amici, si è palesato. Non so come descrivere quanto il mio cuore sia colmo di questa grazia. Mi sento così grata che posso dire di sentirmi libera nel vero senso della parola. «La libertà è per l’uomo la possibilità, la capacità, la responsabilità di compiersi, cioè di raggiungere il proprio destino. La libertà è il paragone con il destino» (Luigi Giussani, "Il senso religioso").
Debora, Todi (Perugia)