Una gita durante la vacanza

Cento vacanze in una

Le testimonianze, le gite, i giochi. Perfino il silenzio. Ecco cos'hanno scoperto a Gressoney i ragazzi dei "Cavalieri degli Estremi Confini"

Ultimi saluti, la vacanza è al termine. Sul pullman i ragazzi iniziano a cantare con un ordine che stupisce, tanto che l’autista se ne accorge e dice: «Ma come cantano bene!». La vacanza dei Cavalieri degli Estremi Confini (l’esperienza cristiana dei ragazzi delle medie, ndr) a Gressoney con gli amici di Cremona, Brescia, Piacenza, San Giovanni in Croce, Novara, Caravaggio e noi di Genova aveva come titolo “Quel che cerchi c’è”.

Sono stati giorni intensi dove abbiamo iniziato a conoscere la storia di Andrea Mandelli (liceale milanese, morto nel 1990) attraverso i brani del libro sulla sua vita Ti regalo la mia molla e la testimonianza della sorella Marta che ci ha fatto appassionare al modo con cui questo adolescente viveva intensamente tutto.

Durante l’assemblea i ragazzi hanno raccontato cosa li ha colpiti. Ma il primo a intervenire è stato un adulto, Gigi, che, commosso, ha raccontato che aveva preparato tutti i giochi ma che il secondo giorno per la febbre era dovuto stare in camera. «Mi sento come san Pietro», ha detto, «quando Gesù gli dice: “Tenderai le tue mani e un altro ti vestirà e ti porterà dove non vuoi”; ecco io mi sento così, ma non ho perso nulla perché guardandovi ho imparato ad amare quello che mi è stato chiesto».

Dopo di lui è intervenuta Mary: «Non mi sono mai sentita così vicino a Dio come in questi giorni, nella fatica e nella gioia grazie a quello che ho vissuto. Sono saltata in aria grazie a tantissime "molle" (Andrea chiamava così gli amici che gli ricordavano il Destino per cui era fatto). Sono in terza media e non sarò più tecnicamente dei Cavalieri, ma resterò sempre in questa compagnia perché non voglio perdere l’amicizia con Cristo».

Davide ha detto: «Io mi sento come Zaccheo, che non capiva quello che stava succedendo ed è salito sull’albero. Per me l’albero sono questi amici e la mia famiglia». E Francesco: «Questa vacanza è bellissima, ne vale cento di vacanze. Nel mio cuore è come se si aprisse un libro, di cui all’inizio leggo cinque pagine, e ogni volta che incontro una cosa bella, leggo di più». Andrea ha raccontato che «ascoltando la storia di Andrea Mandelli, ho capito che amando pienamente Dio diventi felice, anche amando le cose brutte». Benedetta ha sottolineato che «qualche volta alla sera mi manca il cellulare, ma poi trovo i miei amici e non ci penso più».

Noi e i ragazzi abbiamo negli occhi le giornate trascorse insieme: la bellezza delle gite, le sfide ai giochi. Ogni mattina Giovanni, che ha guidato la vacanza, attraverso la preghiera e la lettura di un testo di Andrea ci ha indicato l’orizzonte per essere protagonisti subito in ogni cosa e la sera con la sua tromba e la musica dei ragazzi ci ha regalato la gioia e la semplicità dello stare insieme.

I silenzi dopo la Messa, che don Marco ci aveva chiesto, pochi minuti in cui tutti ammiravamo la bellezza delle montagne, ci hanno fatto accorgere del nostro bisogno, del nostro cuore. La comunione con lui, con don Luca e con gli adulti ci ha fatto sperimentare ogni giorno di più la compagnia di Andrea, che scriveva: «Attenzione! Pericolo di vita e di morte sempre», che per lui voleva dire che in ogni istante ci giochiamo tutto.

Così è stato anche per me, per noi, nessuno si è risparmiato, ma ha vissuto ogni cosa con un’intensità commossa. Anche io, dopo due anni di assenza per motivi di salute, sono tornata sapendo che non avrei potuto fare tutto, ma proprio questo “fare due passi indietro” mi ha permesso di esserci ancor di più. Ho trovato un posto, il mio posto con Qualcuno che mi aspettava dentro i volti dei ragazzi e di questa compagnia e ho intuito che la mia assenza e fatica mi è stata data per abitare in questa Casa.

Il titolo della vacanza sta accadendo davanti a me. Basta solo alzare lo sguardo.
Monica