Vacanze. «Chiamati per nome»

La bellezza delle cime, la morte di Fiammetta, la molla di Andrea: alcuni giovani “Cercatori d’oro” di Cernusco sul Naviglio raccontano le loro vacanze

Di seguito alcune testimonianze dei ragazzi dei “Cercatori d’Oro” (l’esperienza cristiana dei ragazzi delle medie, ndr) di Cernusco sul Naviglio dopo la vacanza trascorsa insieme a Gressoney dal 29 al 3 luglio.

Voglio raccontarvi quello che è successo durante una delle gite che abbiamo fatto. Eravamo immersi nella pace delle montagne ma di sottofondo c’erano i lamenti di alcuni amici per il meteo, la salita, gli scarponi bagnati… Non che io non mi lamentassi all’inizio, ma, guardandomi intorno, i miei occhi si sono come aperti per la prima volta. Mi è venuta allora in mente la testimonianza dove una madre raccontava della malattia e poi della nascita al cielo di suo figlio quando aveva solo quindici anni. Mi aveva stupito sentirla dire che per loro era stato “conveniente” stare di fronte a quello che Dio mandava certi di una felicità donata. Così in quella gita ho desiderato di stare anche io così, e l’ho desiderato per i miei amici e gliel’ho detto. Penso che anche Cristo l’abbia voluto perché abbiamo vissuto il resto del cammino al meglio e quando siamo arrivati non siamo rimasti delusi: davanti a noi c’era un ghiacciaio, come caduto dal Paradiso, e poi tutto il Monte Rosa!
Nella vita questa meta ultima è il Paradiso. Quindi cos’è la vita? La mia vita è una gita, un cammino, con tante croci, e belle grandi. Proprio in montagna, quando avevo sette anni, è morto mio papà, e dopo due anni il mio bello e carissimo nonno l’ha raggiunto. Ora c’è con loro anche Fiammetta, la figlia di alcuni nostri amici. Ma allora perché lamentarsi? Noi facciamo parte di un disegno, pensato da Qualcuno più grande di noi, che ci vuol bene. Per questo cerchiamo la felicità in quello che Cristo ci ha dato, ed essa c’è solo perché Lui ci ama. Solo dicendo sì a Lui in ogni attimo della nostra esistenza Lo troveremo anche nelle salite più ripide, fino ad arrivare un giorno in Paradiso dove rincontreremo tutti e sarà una grande festa! Come per Fiammetta, che ci ha raccolto tutti per mano e portati dinnanzi a Cristo, o come ci ha detto lei: «Il tempo è scaduto, vado a raccogliere i fiori nel campo». Quei fiori eravamo proprio noi, presi per mano da una bambina innocente e santa fin dentro la malattia. La "Fiammi" ha svolto la sua vocazione di santità appieno e l'ha fatto perché anche noi potessimo dire il nostro sì alla santità, e quindi a Cristo.
Giovanni

In questa vacanza mi hanno colpita due episodi in particolare. Durante la seconda gita, a un certo punto, ho visto che davanti a me c'era una ragazza di terza. Mi sono accorta che se non mettevo i piedi dove li metteva lei e non la seguivo rischiavo di cadere e farmi male. Ho imparato che se non seguivo i passi di qualcuno più grande di me ero meno felice.
Durante la prima gita, invece, arrivata in vetta, mi sono guardata intorno e ho notato la bellezza del ghiacciaio e delle sorgenti, allora mi sono subito fatta una domanda: «Perché Dio ha creato tutto questo?». Beh, semplice... «Perché ci vuole bene!». Allora in quel momento ho capito una cosa: se Dio crea tutto questo perché ci vuole bene allora per forza quello che desiderio e che cerco c'è!
Teresa

Durante questa vacanzina mi è stato chiesto di dire un “sì” importante: fare il capitano della squadra. All'inizio non volevo, pensavo fosse peggio per me, perché non è nel mio carattere, poi durante le Lodi del terzo giorno mi ha colpito una frase del Salmo: «Non temere perché Io sarò con te». E perciò mi sono detta: «Che motivo c’è di tirarmi indietro se Lui mi ama sempre e fa sempre il tifo per me?». Anche nel Vangelo del cieco Bartimeo si legge: «Coraggio! Alzati, ti chiama!».
Mi sono sentita veramente chiamata, chiamata per nome. Quindi ho deciso che avrei provato a mettermi in gioco, a buttarmi. Senza questo la mia vacanza sarebbe stata completamente diversa. E devo ringraziare anche per i canti che abbiamo fatto. Quando il pullman è partito per riportarci a casa mi sono resa conto che avevo paura che le cose belle vissute svanissero e che la nostalgia avrebbe preso il sopravvento. Ma quando abbiamo iniziato a cantare sono stata come salvata. Cantavamo insieme anche se la vacanzina era terminata, cantavamo insieme, con gioia. L'amicizia non è finita, il ghiacciaio è rimasto lì ma la pienezza ce la siamo portata con noi, perché Gesù è presente anche in un apparentemente triste viaggio di ritorno.
Letizia

LEGGI ANCHE- Cento vacanze in una

C’è stato un momento della vacanza a Gressoney dove mi sono trovata seduta sul prato, distante dalle mie amiche, a rimuginare sulle parole di don Marcello: aveva detto che non era uguale se io ci fossi o meno. Non gli credevo molto, ma in quel momento è arrivata una mia amica che mi aveva visto isolata. Mi ha detto semplicemente: «Se non ci fossi stata a questa vacanzina sarebbe cambiato tutto per me: non avrei potuto condividere questi momenti con te e sarebbe stato diverso perché sei unica e non puoi essere sostituita». Da quel momento ho vissuto il resto della vacanza veramente felice.
In questo e in altri episodi che mi sono accaduti ho capito che quando mi serve aiuto, ho bisogno di un amico che mi faccia da molla come abbiamo imparato dalla storia di Andrea Mandelli, un ragazzo del liceo morto nel 1990. La famiglia ha raccontato la sua storia nel libro Ti regalo la mia molla. E durante la nostra vacanza sono stati letti brani tratti da libro e c'è stata la testimonianza della sorella Marta, che ci ha colpito tutti. Perché tutti abbiamo bisogno di amici così.
Claudia