Avsi nel mondo. Educazione, la prima carità

Storie
Andreea Costanzi

Brasile, Argentina, Costa D’Avorio. La collaborazione coi favelados, con l’Opera Padre Mario Pantaleo, con padre Zuitton e Brigitte per assicurare a migliaia di persone giorni felici

Storie decennali della presenza di Avsi in America Latina e in Africa. Ma anche storie dell’incontro con realtà che hanno la loro storia, come la fondazione Opera Padre Mario Pantaleo in Argentina oggi sostenuta da Avsi o le cooperative di Brigitte in Costa d’Avorio.
Nelle favelas e nelle grandi città del Brasile, da Salvador a Rio de Janeiro a San Paolo e Belo Horizonte, il lavoro di Avsi dura da oltre vent’anni, come ha raccontato Enrico Novara. Con due grandi sfide in ambito di occupazione: «La prima, la disoccupazione giovanile, generata da una stagnazione dell’economia e da un processo educativo provvisorio. La seconda, ben più drammatica, l’esclusione dal mercato del lavoro dei capifamiglia, 40-45 anni, che non trovano più possibilità di impiego. Nelle aree povere parliamo del 35% di occupazione. Il nostro progetto si inserisce su questi due filoni. Cercando, da una parte, di formare i giovani e attraverso un contatto con un centinaio di imprese di inserirli nel mercato del lavoro. E invece per i responsabili del nucleo familiare la possibilità di creare una propria attività, attraverso una formazione e attraverso l’offerta di un piccolo credito per poterla sviluppare».
Analogamente in Kenya, dove il 70% della popolazione ha meno di 30 anni, Avsi è fortemente impegnata nell’ambito dell’educazione al lavoro: «Abbiamo avviato a Nairobi - spiega Stefano Montaccini, responsabile di Avsi in Kenia - una scuola di formazione professionale con 400 ragazzi, 10 corsi di formazione professionale, e un’agenzia per lo sviluppo dell’occupazione giovanile che ha già messo in contatto 2.500 ragazzi con 150 aziende che offrono opportunità di lavoro».

Educazione: tema
In Argentina, la fondazione Opera Padre Mario Pantaleo, creata da un sacerdote toscano emigrato, è costituita, solo per la parte educativa, da un asilo alla periferia di Buenos Aires, una scuola generale di base e una secondaria. Carlos Garavelli, presidente della fondazione, ha raccontato: «Si cerca di rispondere a tutte le necessità di più di 3.000 famiglie (20 mila persone) nell’ambito della salute, del sostegno alle persone con handicap e agli anziani, in ambito sportivo, culturale e delle piccole imprese. L’educazione è il tema centrale della nostra attività e qui l’aiuto di Comunione e Liberazione per noi è imprescindibile. Ma anche la preparazione per superare il gap tecnologico contro cui si scontra il nostro sforzo di inserimento nel mondo del lavoro. Una delle iniziative che in questo senso portiamo avanti è la possibile organizzazione di corsi universitari a distanza. In ambito sociale, la peggiore crisi economica della storia dell’Argentina ci ha messo di fronte all’emarginazione dei nuovi poveri. In quest’ambito la collaborazione con l’Avsi ci ha aperto orizzonti che prima non avevamo neppure intravisto. Nell’area socio sportiva, abbiamo cercato di realizzare un’alternativa attraente per lo sport che consenta di completare l’ambito formativo dell’educazione. Il lavoro a fianco della fondazione del Real Madrid ci apre nuove prospettive condivise anche con il Cesal». Rispondendo al tema del Meeting, Garavelli recita un antico poema argentino: «“Dove andiamo? Chi spinge? Che illusione ci annuvola gli occhi? Andiamo là, Dio ci spinge, amore dell’altro e solidarietà ci guidano, laddove il dolore è più profondo, vogliamo lottare per migliorare il mondo”. C’è un uomo che vuole la vita e desidera giorni felici? Sì, noi».

La storia di Brigitte
Padre Paolo Zuitton in Costa d’Avorio ha condiviso 11 anni di vita con Brigitte, una donna di 40 anni, cui è stato negato il visto per raggiungere Rimini: «A Buachè, nel centro della Costa d’Avorio, si è verificato un grande esodo rurale, soprattutto di giovani, verso le zone più ricche di caffè e di cacao nel sud del Paese. Brigitte ha messo insieme 850 donne che lottavano ogni giorno per dare da mangiare ai loro figli, raggruppandole in cooperative di villaggio per la coltivazione della manioca e del riso e per la trasformazione e il commercio di questi prodotti. In pochi anni l’esperimento si è moltiplicato in 50 villaggi, facendo nascere anche una piccola cassa di risparmio. Anche i giovani oggi preferiscono fermarsi al villaggio appoggiandosi a queste minicooperative rurali. Di fronte alla guerra tra esercito e ribelli, a quanti scappavano Brigitte ha dato da mangiare e da dormire, sfidando l’ira dell’esercito che l’ha punita in pubblico». Come se non bastasse accoglie nella sua casa una trentina di bambini che le sono stati affidati e collabora con Grégoire (vedi Tracce di febbraio 2002), uno psicoterapeuta che ha riabilitato oltre 3.000 malati di mente. Perché fa tutto ciò? Risponde Padre Zuitton: «A un certo punto della sua vita ha incontrato il cristianesimo, che l’ha liberata da tutte le paure proprie della religione tradizionale africana, e le ha anche dato quella forza di “emanciparsi in quanto donna” - che non è così scontato in Africa - . Grazie all’incontro con Cristo ha cambiato la sua vita, ha ricevuto la forza per andare incontro all’altro più bisognoso».