Benedetto XVI alla Sapienza. Elogio laico della ragione e della libertà

Comunione e Liberazione Universitari

Come già accaduto a Regensburg, in Germania, e nell’antico e prestigioso ateneo italiano di Pavia, il Rettore della università La Sapienza ha invitato Benedetto XVI a partecipare alla inaugurazione dell’anno accademico.

Per la nostra università è un onore e una grande opportunità, non solo per quello che Benedetto XVI rappresenta per tutti noi, per l’Europa e per il mondo, ma anche e soprattutto per ciò che egli ha fatto, in forza della sua stessa esperienza di fede, in quanto defensor rationis.

È sotto gli occhi di tutti, infatti, che questo Papa si è reso protagonista, non per un vezzo accademico, ma per una sofferta consapevolezza della situazione in cui ci troviamo, di uno dei più laici e appassionati appelli a quell’uso «ampio e allargato» della ragione da cui dipende originalmente tutta la nostra scienza e, più ancora, l’immediato futuro della nostra convivenza e civiltà.

Le università sono o dovrebbero essere il luogo elettivo di una pratica della razionalità senza pregiudizi e senza veti ideologici, aperta all’inesauribile ricchezza del reale, all’inesausto richiamo delle cose. Non sempre, tuttavia, in esse domina il coraggio della ragione. Spesso sono gli steccati vecchi e nuovi e le logiche del tornaconto politico a governare la scena, anche al prezzo di palesi assurdità e strumentalizzazioni, come si è visto una volta di più in occasione di questa visita papale: in forza di un preconcetto si giudica ancora prima di avere ascoltato.

È con viva e profonda cordialità che noi accogliamo la presenza di Benedetto XVI alla Sapienza, insieme a moltissimi altri studenti delle più diverse estrazioni, i quali non hanno avuto e probabilmente non avranno l’onore delle cronache, ma ci sono e sono, con buona pace di tutti, la stragrande maggioranza.