Come è bello vivere in città
SindaciLe grandi città sono soggette a continui cambiamenti. Come affrontarli?
A quale uomo si guarda? L’incontro vede al tavolo tre sindaci: Cammarata,
primo cittadino a Palermo, Albertini a Milano, Veltroni
a Roma
Perché un incontro sulle grandi aree metropolitane? È indubbio
che le città siano oggi il luogo delle relazioni e delle sfide. Qui, più che
in ogni altro aggregato umano, l’uomo costruisce e subisce il suo futuro.
A che uomo si pensa quando si progettano i cambiamenti di una città? Antonio
Intiglietta, presidente GeFi e moderatore, pone subito la domanda. Chi hanno
per interlocutori i sindaci? I cittadini nella loro astrattezza o l’uomo
che è fatto di storia, tradizione e relazioni? Ognuno a suo modo, i tre
sindaci raccolgono la provocazione.
Guardare ai bisogni
Cammarata dice dell’azione amministrativa a Palermo. Al suo arrivo si è trovato
6.200 lavoratori “socialmente utili”. Cioè: 6.200 “mantenuti” da
oltre 15 anni. Oggi sono la metà. Cammarata vuole portarli a zero entro
fine mandato. E ancora: Palermo era solo due anni fa all’onore delle cronache
per l’eterna mancanza di acqua, oggi due grandi infrastrutture portano
1.000 litri d’acqua il secondo e le famiglie non devono più subire
i turni orari. E ancora: Palermo è una delle città a traffico più caotico.
Adesso si è arrivati al piano di fattibilità della prima linea
metropolitana e Cammarata si pone l’obiettivo di porre la prima pietra
prima del fine mandato. A che uomo ha guardato Cammarata? Ha guardato all’uomo
palermitano con i suoi bisogni. Albertini per rispondere sceglie la strada delle
metafore e dei paragoni storici. È a capo del governo di una città che
non esita a definire infinita, che di giorno raddoppia. Nel Medioevo simbolo
della città era la cattedrale. Tutti la vedevano, tutti la guardavano,
ma soprattutto tutti avevano dato il loro contributo a costruirla. Oggi la cattedrale è la
rete connettiva che scorre nascosta agli occhi, ma che permette la partecipazione
collettiva, invisibile, indispensabile per trasformare le criticità in
opportunità. Milano oggi è la città più cablata d’Europa
e lo stile dell’amministrazione è stato quello di aver permesso
e favorito che i cittadini, le loro imprese, le loro associazioni, fossero protagonisti
del loro interconnettersi.
Welfare society e welfare community
Walter Veltroni prende spunto dall’aver appena visitato una casa del volontariato,
a Roma, dotata di un numero verde aperto 24 ore su 24 in una città con
80mila anziani con più di 80 anni. Roma - racconta - avrà a che
fare con tre grandi questioni nei prossimi anni: 1) l’invecchiamento della
popolazione; 2) l’immigrazione; 3) la débâcle della famiglia. «Due
persone che vivono insieme - dice Veltroni - fanno relazione, due persone che
vivono separate hanno bisogno di relazione». L’amministrazione è giusto
che faccia tutto quanto è in suo potere per l’affronto di tematiche
complesse, ma anche - è la posizione del Sindaco - non può essere
il welfare state la risposta. Non ce la fa a esserlo e non è giusto che
lo sia. Welfare society e welfare community sono la strada da perseguire nel
futuro. «Oggi - ha concluso - sono i corpi intermedi che permettono a un’amministrazione
di entrare in rapporto con la città».