Esecuzioni capitali: la Cina ha fatto boom.

Maurizio Blondet

Gli investitori globali amano la Cina, e non a caso: là la produttività altissima del lavoro (in confronto ai salari bassi) retribuisce ottimamente il capitale. Per questo la Cina è stata accolta a braccia aperte nel Wto, e insomma nel mercato mondiale. Oggi Amnesty International c'informa di un altro prodigio di "produttività" cinese: le esecuzioni capitali. Contro le 3048 condanne a morte eseguite nel 2001, ben 2468 portano il timbro di Pechino con un incremento di oltre il 50% rispetto all'anno precedente. Il raddoppio della "produzione" in un anno: nessun'altra merce Made in China, nonostante la frenetica laboriosità locale, può vantare una simile crescita.
C'è da... sognare. In un solo anno, la Cina ha eliminato "legalmente" più persone di quante al-Qaeda sia riuscita a uccidere col suo famigerato atto terroristico contro i grattacieli del World Trade Center.
Naturalmente, risultati così "eccezionali" non si ottengono senza un efficiente ampliamento della "materia prima", ossia degli imputati. La Cina non si limita a condannare a morte i colpevoli di omicidio; là è passibile di esecuzione capitale l'evasore fiscale, il furbo che froda l'assicurazione e chi vende cibi avariati. Per non parlare di quanti, sia pur lontanamente, si rendano colpevoli di "separatismo" e di complicità negli "sconfinamenti dal Tibet", insomma chi aiuti qualcuno a fuggire dal Paese himalayano occupato dai soldati di Pechino.
L'industria della pena capitale, dunque, funziona a pieno ritmo, persino come forma di economico intrattenimento pubblico: alle esecuzioni assistono - su "invito" non rifiutabile - migliaia di persone . E si avvantaggia di un'attenzione alla riduzione dei costi, da far invidia ai manager laureati alla Bocconi: il proiettile sparato alla nuca del condannato viene addebitato ai parenti (si rilascia ricevuta). Dato il numero degli eliminati, il risparmio si fa sentire. È anche un interessante esempio di semi-privatizzazione del settore, che la Cina ha da tempo adottato anche in altri comparti: gli scolari messi a fabbricare giocattoli per pagare gli stipendi agli insegnanti pubblici. È il bello del mercato, ragazzi. L'ideale: il liberismo senza libertà, e la repressione finanziata dalle famiglie, che non pesa sullo Stato. Un orrore dei nostri giorni.