Il merito di un carisma

11 febbraio
Luigi Giussani

In occasione del 19° anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di CL, don Giussani ha inviato il seguente messaggio a tutti i gruppi di Fraternità

La vita è il rapporto con Dio, cioè con il Padre di Gesù, il misericordioso.
«Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai» (Dt 6,4-7).
Se Dio è misericordioso con noi, anche noi lo dobbiamo essere tra di noi, come dice san Paolo: «Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo» (Ef 4,31-32).
Questo mi sento di dire a tutti voi, amici della Fraternità, pensando all’anniversario del riconoscimento della nostra Fraternità da parte della Chiesa, che ha così approvato e benedetto la strada alla santità che Dio ha aperto per noi.
Sia questa l’intenzione dei gesti di preghiera che ciascun gruppo di Fraternità compirà in questi giorni.
don Giussani

Riportiamo di seguito alcuni brani dalle parole rivolte da S.E. monsignor Angelo Comastri, arcivescovo di Loreto, ai gruppi di Fraternità di Loreto, Recanati, Castelfidardo e Porto Recanati durante la messa per il 19° anniversario del riconoscimento della Fraternità. Santuario di Nostra Signora di Loreto, 11 febbraio 2001 Quando la Chiesa riconosce un carisma, riconosce se stessa: riconosce il suo mistero, riconosce la sua vita in un carisma.
È don Giussani che ha scritto: «Il carisma è l’articolazione più periferica nella quale l’Avvenimento di Cristo si rende presente». Ma un carisma non è alternativo alla Chiesa. Il carisma è Chiesa. È la Chiesa vissuta in un carisma. Perché nella Chiesa ci sono rami morti e rami vivi, rami spenti e rami lussureggianti: un carisma è un ramo che riprende vita, ma la vita nasce dal mistero della Chiesa, è la Chiesa che vive in un carisma.
Benediciamo oggi il Signore per questa giornata. Ringraziamo Dio perché tutto è dono suo, dono della sua misericordia e noi dobbiamo sentirci sempre indegni dei doni del Signore, dobbiamo lasciarci sempre stupire dai suoi doni.
Mi è capitato diverse volte, viaggiando per l’Italia per il mio ministero di Vescovo, di usare le parole “Avvenimento di Cristo” e dopo la conferenza mi sento avvicinare quasi sempre da qualcuno che mi dice: «Ma lei è ciellino?». Io rispondo: «No, sono cristiano».
Perché Cl è cristianesimo. E quando don Giussani ha usato per la prima volta in modo geniale e intelligente la parola “Avvenimento” per dire cristianesimo, non ha fatto altro che dire quello che il cristianesimo dice da sempre. Il cristianesimo è dono, è sorpresa, è grazia. Il Papa lo ha ridetto in maniera molto bella nell’ultima lettera apostolica Novo millennio ineunte: «Il cristianesimo è grazia, è la sorpresa di Dio che, non pago di creare il mondo e l’uomo, si è messo al passo della sua creatura. Il cristianesimo è religione calata nella storia» (NMI 4 e 5).
Ringraziamo allora don Giussani perché ha colto la grazia di Dio, l’ha ripetuta e l’ha fatta diventare un’esperienza ecclesiale, cioè l’ha fatta diventare un carisma, un modo di vivere la Chiesa oggi, un modo di vivere l’Avvenimento cristiano in questo tempo. Ma don Giussani ha avuto anche un altro bel merito, ha sottolineato che il cristianesimo se da una parte è grazia e quindi ci sorprende, dall’altra parte risponde profondamente al desiderio e alle attese del cuore umano.
Il cristianesimo, cioè Gesù Cristo, risponde a ciò che l’uomo cerca e cerca da sempre. Mi ricordo un’affermazione molto forte di Andrè Gide che poi ho ritrovato anche in alcuni scritti giovanili di don Giussani. Andrè Gide, che sicuramente non ha brillato di coerente vita cristiana, un giorno disse: «Io non credo nelle parole di Gesù Cristo perché le sue parole sono divine, perché le sue parole sono inspiegabili, sono parole che nessun’altra bocca umana ha fatto risuonare nell’arco della storia umana». Il cristianesimo sorprende eppure risponde a ciò che attendiamo.
Il cristianesimo è grazia, è dono eppure risponde al punto tale che non potremmo essere razionali se non fossimo cristiani.
La ragione senza la fede diventa irrazionale perché la fede è luce per la ragione. Quanto è bello quello che don Giussani ha richiamato costantemente proprio in questa direzione.
Don Giussani usa un’altra parola molto bella: compagnia. Dov’è che l’Avvenimento si può incontrare oggi, dov’è che queste parole oggi prendono vita e visibilità? In un gruppo di persone che le hanno fatte diventare la propria vita e le testimoniano. Quanto è importante che ciascuno di voi si senta il luogo in cui si può fare esperienza del Vangelo! Il luogo in cui s’incarna il Vangelo e diventa contemporaneo agli uomini d’oggi!
Quanto è bello avere questa consapevolezza! Oggi, Signore, attraverso di noi tu diventi contemporaneo a questo mondo e a questa umanità: che grande responsabilità, che grande vocazione, che grande missione!