Il mondo nuovo è possibile ed è accaduto

Favelas
Silvia Guidi

Una favela trasformata in un quartiere vivibile. Ne hanno parlato Marcos Zerbini e Cleuza Ramos, responsabili del progetto, insieme a Roberto Moussalem De Andrade, Mirko Tremaglia e Vincenzo Petrone

Il “mondo nuovo” di una favela trasformata in un quartiere vivibile è già cominciato per 60mila persone a San Paolo, Brasile. Una concreta possibilità di rinascita a partire dall’idea che la favela non è tanto un problema, quanto un tentativo di risposta a un problema, migliorabile solo se si mobilita chi ci abita. I numeri provano che non si tratta di uno slogan ma dell’esito di un confronto serrato con la realtà e con i bisogni della gente, raccontato al Meeting da Marcos Zerbini, fondatore dell’Associazione dei lavoratori senza tetto di San Paolo, insieme alla sua compagna Cleuza Ramos.

Novità in atto
Testimoni di questa “novità in atto”, Roberto Moussalem De Andrade, ministro dello Sviluppo Urbano dello Stato di Bahia, una città che in 50 anni è passata da quarantamila a 2,5 milioni di abitanti, l’ambasciatore italiano in Brasile Vincenzo Petrone, Mirko Tremaglia, ministro per gli Italiani nel mondo e Mario Molteni, docente di Economia aziendale all’Università Cattolica di Milano. Dal 1986 a oggi l’Asociação dos Trabalhadores Sem Teto de São Paulo ha aiutato 60mila persone a conquistarsi una casa vera (comprando il terreno su cui edificare) in 24 zone della città. Oggi 10mila ex favelados hanno accesso alle cure mediche pagando solo 6 euro al mese, mentre centinaia di ragazzi possono frequentare università private pagando rette simboliche. Oltre ad asili popolari, distribuzione gratuita di latte, farmacie comunitarie che distribuiscono medicine gratis. Un progetto che coinvolge 12.500 famiglie. Difficile per i politici locali resistere alla tentazione si prendersi il merito e arruolare nelle proprie fila i leader del movimento con la promessa di un lauto stipendio e di un posto fisso in qualche ufficio comunale. Ma il tentativo di annessione della “sinistra accentratrice” è stato bloccato sul nascere. Zerbini non se l’è sentita di diventare il fiore all’occhiello della prossima campagna elettorale, e ha manifestato contro il progetto di facciata degli asili governativi “Ceu” (Centri educativi unificati, ma la parola significa “cielo”), insufficienti a rispondere alla reale domanda dei bambini poveri della città, facendo scendere in piazza 6mila persone travestite da angeli «senza cielo».

Potenziale umano
« Costruire una casa non è così difficile; il difficile è costruire una comunità» racconta Cleuza Ramos, certa che la vera rivoluzione è riscoprire il proprio potenziale umano. «La cosa più interessante è che gli stessi abitanti hanno cominciato a costruirsi le case sotto l’occhio vigile degli enti promotori dell’opera» ha esordito De Andrade. «Sono state portate alla luce le vere potenzialità delle favelas». «Lo Stato da solo - riconosce il Ministro - non sarebbe riuscito a risolvere questi problemi». Dalle favelas arriva una lezione di sussidiarietà applicata, in linea con quanto consigliato da Mandeville e da Hayek: «Infelice è il popolo, e sempre precaria la sua Costituzione, il cui benessere deve dipendere dalle virtù e dalle coscienze di ministri e politici». E, ancora, Hayek: «Il nostro principale interesse non riguarda ciò che l’uomo può occasionalmente fare quando è al meglio, ma consiste nel ridurre al minimo le opportunità di fare danno quando egli è al peggio».