La fede, vero tesoro della Chiesa

Joseph Ratzinger

Il munus docendi affidato al Vescovo è un servizio al Vangelo e alla speranza. La speranza ha un volto e un nome: Gesù-Cristo; il Dio-con-noi. Un mondo senza Dio è un mondo senza speranza. Essere al servizio della speranza vuol dire annunciare Dio col volto umano, col volto di Cristo. Il mondo ha sete di conoscere, non i nostri problemi ecclesiali, ma il fuoco che Gesù ha portato sulla terra (Lc 12,50). Soltanto se siamo divenuti contemporanei con Cristo, e questo fuoco è acceso in noi, il Vangelo annunciato tocca i cuori dei nostri contemporanei. Questo annuncio esige il coraggio della verità e la disponibilità a soffrire per la verità (cfr. 1 Tes 2,2). Entrare nella successione apostolica implica anche entrare in questa lotta per il Vangelo. Nella nostra cultura gnostica ed atea il Vescovo, maestro della fede, è chiamato al discernimento degli spiriti e dei segni dei tempi. Il problema centrale del nostro tempo è lo svuotamento della figura storica di Gesù Cristo. Un Gesù impoverito non può essere l’unico Salvatore e mediatore, il Dio-con-noi: Gesù viene così sostituito con l’idea dei «valori del regno» e diventa una speranza vuota. Noi dobbiamo ritornare con chiarezza al Gesù dei Vangeli, poiché lui solo è anche il vero Gesù storico (cfr. Gv 6,68). Se i Vescovi hanno il coraggio di giudicare e di decidere con autorità in questa lotta per il Vangelo, la così auspicata decentralizzazione si realizza automaticamente. Non si tratta di decidere sulle questioni teologiche degli specialisti ma sul riconoscimento della fede battesimale, fondamento di ogni teologia. La fede è il vero tesoro della Chiesa (cfr. Mt 13,45s).