Nuove comunicazioni. Cosa riserva il futuro?
TecnologiaCome sarà il domani dal punto di vista tecnologico? Computer polivalenti
a costi sempre più bassi. E l’Italia? Tra banda larga, digitale
terrestre e cellulari Umts. Sono intervenuti il ministro delle Comunicazioni,
Gasparri; il Wiesner professor of Media Technology al Massachusetts Institute
of Technology, Negroponte; il vicepresidente di Microsoft
Corporation, Paolucci; il Senior Consultant Msl Mavellia Bellodi, Perugia
È veramente inimmaginabile il futuro che ci riserva il mondo dell’informatica.
Come in un film di fantascienza, computer, teleschermi, messaggi elettronici
sembrano proiettarci in un mondo nuovo, quasi parallelo alla vita reale. Siamo
ormai in piena epoca di “seconda generazione” della comunicazione
elettronica, dove la “parola magica” è il verbo “interagire”.
Così, appare destinato agli scaffali di una soffitta il vecchio televisore
che ci comunicava freddamente le sue opinioni su tutto e su tutti, dall’informazione
politica all’intrattenimento. E pare trasformato anche il computer classico,
che farà posto a nuovi computer differenziati, più sofisticati
e più innovativi. Lo sviluppo delle tecnologie in questo settore è in
pieno svolgimento, quasi rapido come la velocità della luce, per cui è persino
difficile seguire i dibattiti degli esperti, dei futurologi.
È questo che emerge dal dibattito del Meeting su “Tecnologia, regole, nuovi
mercati: il futuro della comunicazione”. Parlano il ministro delle Comunicazioni,
Maurizio Gasparri, Nicholas Negroponte, Wiesner professor of Media Technology
al Massachusetts Institute of Technology (il celebre Mit); Umberto Paolucci,
vicepresidente di Microsoft Corporation e presidente di Microsoft Italia; Franco
Perugia, Senior Consultant Msl Mavellia Bellodi. Introduce Gian Paolo Gualaccini,
vicepresidente della Compagnia delle Opere, coordina Mauro Mazza, direttore del
Tg2.
Esperti per uso quotidiano
È un palco di operatori della comunicazione con una platea che, in campo di hardware
e software, è soprattutto esperta per conoscenza pratica, per uso quotidiano.
È Nicholas Negroponte il primo a fornire i dati e le innovazioni che stupiscono.
Negroponte parte dall’orientamento generale odierno della tecnologia, che
si pone l’obiettivo della riduzione drastica dei costi. Le reti funzionano
di più quanto più numerosi sono gli utenti della rete. Ecco allora
la necessità di un computer per tutti, l’obiettivo di aumentare
le prestazioni per ricavi costanti. Da qui lo sforzo dell’innovazione tecnologica
di ridurre all’essenziale il computer, studiando il computer per i giovani
dei nuovi Paesi emergenti dell’Asia. Un computer diverso, adatto alla formazione
dei giovani e che potrebbe già essere destinato a duecento milioni di
loro a un prezzo di appena cento dollari. Nello stesso tempo, nei Paesi occidentali,
quelli a economia avanzata postindustriale, continua e si sviluppa la funzione
polivalente del computer, ormai in sinergia con il “visore”, il termine
che sostituisce il vecchio schermo televisivo.
Evitare luoghi comuni
Meno coinvolgente sul piano dello scenario del futuro, ma ugualmente importante
per i suoi riflessi sul sistema informatico di un Paese, è l’intervento
del ministro Maurizio Gasparri. È il direttore del Tg2 a chiedere a Gasparri
come governare una simile rivoluzione in atto e come garantire maggiore libertà per
tutti. Il Ministro delle Comunicazioni fa alcuni cenni alla legge che ha preso
il suo nome, “Legge Gasparri”, riferendosi in particolare alle tv
locali, il più delle volte troppo piccole per poter competere sul nascente
mercato del digitale, alle quali vengono date maggiori possibilità di
unirsi. Il settore dell’high-tech è uno dei pochi a registrare un
saldo positivo negli ultimi anni, e, a detta del Ministro, questo è dovuto
anche agli incentivi statali per la banda larga (da 700mila utenti a tre milioni
e mezzo) e per il digitale terrestre (già oltre 400mila utenti), senza
dimenticare l’ormai prossimo debutto dei servizi di telefonia di terza
generazione, l’Umts, che ci vede primi in Europa assieme all’Inghilterra.
L’invito di Gasparri è quello di evitare i “luoghi comuni” di
fronte a questa rivoluzione tecnologica e di concentrarsi sulla possibilità di
garantire in Italia lo sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione.
Né positivi né negativi
Senza paura, dice all’inizio Gian Paolo Gualaccini, introducendo il dibattito.
Il vicepresidente della Compagnia delle Opere definisce le nuove tecnologie di
comunicazione come strumenti che non contengono in sé una positività o
una negatività. Esse dipendono piuttosto dall’uso che l’uomo
ne fa. è per questo che ci vuole una responsabilità da parte del
comunicatore.
Umberto Paolucci sottolinea come, nell’epoca della convergenza tra i diversi
mezzi di comunicazione, l’importante per le aziende sia capire cosa è realmente
necessario, delegando sempre più la complessità dei processi di
comunicazione al software, permettendo a degli strumenti virtuali di vivere meglio
la vita reale.
Di particolare interesse l’intervento di Franco Perugia, che pone l’interrogativo:
quale potrebbe essere la domanda sul mercato dell’informazione? Che cosa
sta cercando la gente? Perugia parla dell’importanza dell’interagire
nella comunicazione, della fine dell’epoca del media freddo che scandisce
tempi ed esigenze della pubblicità. Dice, infine, che per far sì che
la fruizione di ciò che i media offrono sia realmente libera occorre ricomporre
la frattura esistente tra comunicazione naturale e comunicazione mediata.