Nuove comunicazioni. Cosa riserva il futuro?

Tecnologia
Gianluigi Da Rold

Come sarà il domani dal punto di vista tecnologico? Computer polivalenti a costi sempre più bassi. E l’Italia? Tra banda larga, digitale terrestre e cellulari Umts. Sono intervenuti il ministro delle Comunicazioni, Gasparri; il Wiesner professor of Media Technology al Massachusetts Institute of Technology, Negroponte; il vicepresidente di Microsoft Corporation, Paolucci; il Senior Consultant Msl Mavellia Bellodi, Perugia

È veramente inimmaginabile il futuro che ci riserva il mondo dell’informatica. Come in un film di fantascienza, computer, teleschermi, messaggi elettronici sembrano proiettarci in un mondo nuovo, quasi parallelo alla vita reale. Siamo ormai in piena epoca di “seconda generazione” della comunicazione elettronica, dove la “parola magica” è il verbo “interagire”. Così, appare destinato agli scaffali di una soffitta il vecchio televisore che ci comunicava freddamente le sue opinioni su tutto e su tutti, dall’informazione politica all’intrattenimento. E pare trasformato anche il computer classico, che farà posto a nuovi computer differenziati, più sofisticati e più innovativi. Lo sviluppo delle tecnologie in questo settore è in pieno svolgimento, quasi rapido come la velocità della luce, per cui è persino difficile seguire i dibattiti degli esperti, dei futurologi.
È questo che emerge dal dibattito del Meeting su “Tecnologia, regole, nuovi mercati: il futuro della comunicazione”. Parlano il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, Nicholas Negroponte, Wiesner professor of Media Technology al Massachusetts Institute of Technology (il celebre Mit); Umberto Paolucci, vicepresidente di Microsoft Corporation e presidente di Microsoft Italia; Franco Perugia, Senior Consultant Msl Mavellia Bellodi. Introduce Gian Paolo Gualaccini, vicepresidente della Compagnia delle Opere, coordina Mauro Mazza, direttore del Tg2.

Esperti per uso quotidiano
È un palco di operatori della comunicazione con una platea che, in campo di hardware e software, è soprattutto esperta per conoscenza pratica, per uso quotidiano.
È Nicholas Negroponte il primo a fornire i dati e le innovazioni che stupiscono. Negroponte parte dall’orientamento generale odierno della tecnologia, che si pone l’obiettivo della riduzione drastica dei costi. Le reti funzionano di più quanto più numerosi sono gli utenti della rete. Ecco allora la necessità di un computer per tutti, l’obiettivo di aumentare le prestazioni per ricavi costanti. Da qui lo sforzo dell’innovazione tecnologica di ridurre all’essenziale il computer, studiando il computer per i giovani dei nuovi Paesi emergenti dell’Asia. Un computer diverso, adatto alla formazione dei giovani e che potrebbe già essere destinato a duecento milioni di loro a un prezzo di appena cento dollari. Nello stesso tempo, nei Paesi occidentali, quelli a economia avanzata postindustriale, continua e si sviluppa la funzione polivalente del computer, ormai in sinergia con il “visore”, il termine che sostituisce il vecchio schermo televisivo.

Evitare luoghi comuni
Meno coinvolgente sul piano dello scenario del futuro, ma ugualmente importante per i suoi riflessi sul sistema informatico di un Paese, è l’intervento del ministro Maurizio Gasparri. È il direttore del Tg2 a chiedere a Gasparri come governare una simile rivoluzione in atto e come garantire maggiore libertà per tutti. Il Ministro delle Comunicazioni fa alcuni cenni alla legge che ha preso il suo nome, “Legge Gasparri”, riferendosi in particolare alle tv locali, il più delle volte troppo piccole per poter competere sul nascente mercato del digitale, alle quali vengono date maggiori possibilità di unirsi. Il settore dell’high-tech è uno dei pochi a registrare un saldo positivo negli ultimi anni, e, a detta del Ministro, questo è dovuto anche agli incentivi statali per la banda larga (da 700mila utenti a tre milioni e mezzo) e per il digitale terrestre (già oltre 400mila utenti), senza dimenticare l’ormai prossimo debutto dei servizi di telefonia di terza generazione, l’Umts, che ci vede primi in Europa assieme all’Inghilterra. L’invito di Gasparri è quello di evitare i “luoghi comuni” di fronte a questa rivoluzione tecnologica e di concentrarsi sulla possibilità di garantire in Italia lo sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione.

Né positivi né negativi
Senza paura, dice all’inizio Gian Paolo Gualaccini, introducendo il dibattito. Il vicepresidente della Compagnia delle Opere definisce le nuove tecnologie di comunicazione come strumenti che non contengono in sé una positività o una negatività. Esse dipendono piuttosto dall’uso che l’uomo ne fa. è per questo che ci vuole una responsabilità da parte del comunicatore.
Umberto Paolucci sottolinea come, nell’epoca della convergenza tra i diversi mezzi di comunicazione, l’importante per le aziende sia capire cosa è realmente necessario, delegando sempre più la complessità dei processi di comunicazione al software, permettendo a degli strumenti virtuali di vivere meglio la vita reale.
Di particolare interesse l’intervento di Franco Perugia, che pone l’interrogativo: quale potrebbe essere la domanda sul mercato dell’informazione? Che cosa sta cercando la gente? Perugia parla dell’importanza dell’interagire nella comunicazione, della fine dell’epoca del media freddo che scandisce tempi ed esigenze della pubblicità. Dice, infine, che per far sì che la fruizione di ciò che i media offrono sia realmente libera occorre ricomporre la frattura esistente tra comunicazione naturale e comunicazione mediata.