Per una nuova visione del Risorgimento

Storia
Alessandro Rondoni

La pubblicazione di due nuovi libri riapre il dibattito sul Risorgimento italiano. Che vide la persecuzione di molti cattolici. Ne hanno parlato la scrittrice Angela Pellicciari e Luigi Negri, docente di Storia della filosofia

Nel XX secolo il pensiero cattolico in Italia ha prodotto eccellenti filosofi, teologi, giuristi, ma non grandi storici. Ciò ha generato una vera e propria disfatta per la storiografia, specialmente quella che parte dalla Rivoluzione Francese. Nuovi libri vengono ora pubblicati per rileggere fatti e misfatti del Risorgimento, compresa la realtà di una violentissima persecuzione contro la Chiesa cattolica. “Risorgimento italiano: un dibattito da non chiudere” è stato il tema dell’incontro nel corso del quale sono stati presentati i testi di Angela Pellicciari, Risorgimento anticattolico (edizioni Piemme), e di Luigi Negri, Pio IX. Attualità e profezia (edizioni Ares). «Un dibattito da continuare rivolgendosi al passato, ai fatti così come sono accaduti per guardare alla realtà di oggi e al futuro» ha affermato Edoardo Bressan, professore associato di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Milano. «Il punto nevralgico della disfatta degli storici cattolici del XX secolo di fronte al pensiero dominante - ha evidenziato Roberto De Mattei, vicepresidente del Cnr e docente di Storia moderna all’Università di Cassino - è stato l’interpretazione del Risorgimento».

Don Giacomo Margotti
Il libro della Pellicciari ripercorre l’opera di don Giacomo Margotti, Memorie per la storia dei nostri tempi, che offre una sintesi di quella che fu una vera e propria persecuzione anticattolica dal 1847 al 1856.
La Pellicciari ha precisato che «il Risorgimento nasce come spinta all’unificazione nazionale in cui la Chiesa inizialmente è protagonista, per poi venire accusata di essere contro la nazione. Di Pio IX non si poteva oscurare la memoria, ma lo hanno infamato in ogni modo. Don Margotti è stato censurato». La studiosa ha ricordato l’espulsione dei Gesuiti, l’arresto e l’esilio degli arcivescovi di Torino e Cagliari, il martirologio delle diocesi italiane - specialmente nel Sud, dal 1853 al 1863 -, gli oltre cinquanta vescovi allontanati dalle proprie diocesi, sacerdoti picchiati e imprigionati, ordini religiosi soppressi, giornali cattolici sequestrati, associazioni ecclesiali costrette a interrompere l’attività. L’introvabile libro di Margotti fa uscire dall’oblio quell’epoca che ebbe di mira «non solo la sottrazione al Papa dello Stato della Chiesa, ma la stessa fine del cattolicesimo».

Papa Mastai Ferretti
Luigi Negri, docente di Storia della filosofia e Introduzione alla teologia all’Università Cattolica di Milano, ha affermato: «Il Sillabo non è un incidente di percorso, ma un documento simbolico, profetico, come sa essere il magistero della Chiesa. La ragione è usata contro ogni forma di relativismo e gli interventi di Pio IX vanno letti su due livelli: uno contingente e uno profetico. Essi hanno difeso la Chiesa da quei totalitarismi che si sarebbero evidenziati nel XX secolo». Don Negri ha, infine, rilevato il carattere missionario dell’azione di papa Mastai Ferretti, la distinzione, ma non separazione, della Chiesa dallo Stato e la sintonia con il magistero di papa Giovanni Paolo II.