Per una nuova visione del Risorgimento
StoriaLa pubblicazione di due nuovi libri riapre il dibattito sul Risorgimento italiano.
Che vide la persecuzione di molti cattolici. Ne hanno parlato la scrittrice Angela
Pellicciari e Luigi Negri, docente di Storia
della filosofia
Nel XX secolo il pensiero cattolico in Italia ha prodotto eccellenti filosofi,
teologi, giuristi, ma non grandi storici. Ciò ha generato una vera e propria
disfatta per la storiografia, specialmente quella che parte dalla Rivoluzione
Francese. Nuovi libri vengono ora pubblicati per rileggere fatti e misfatti del
Risorgimento, compresa la realtà di una violentissima persecuzione contro
la Chiesa cattolica. “Risorgimento italiano: un dibattito da non chiudere” è stato
il tema dell’incontro nel corso del quale sono stati presentati i testi
di Angela Pellicciari, Risorgimento anticattolico (edizioni Piemme), e di Luigi
Negri, Pio IX. Attualità e profezia (edizioni Ares). «Un dibattito
da continuare rivolgendosi al passato, ai fatti così come sono accaduti
per guardare alla realtà di oggi e al futuro» ha affermato Edoardo
Bressan, professore associato di Storia contemporanea all’Università degli
Studi di Milano. «Il punto nevralgico della disfatta degli storici cattolici
del XX secolo di fronte al pensiero dominante - ha evidenziato Roberto De Mattei,
vicepresidente del Cnr e docente di Storia moderna all’Università di
Cassino - è stato l’interpretazione del Risorgimento».
Don Giacomo Margotti
Il libro della Pellicciari ripercorre l’opera di don Giacomo Margotti,
Memorie per la storia dei nostri tempi, che offre una sintesi di quella che fu
una vera e propria persecuzione anticattolica dal 1847 al 1856.
La Pellicciari ha precisato che «il Risorgimento nasce come spinta all’unificazione
nazionale in cui la Chiesa inizialmente è protagonista, per poi venire
accusata di essere contro la nazione. Di Pio IX non si poteva oscurare la memoria,
ma lo hanno infamato in ogni modo. Don Margotti è stato censurato».
La studiosa ha ricordato l’espulsione dei Gesuiti, l’arresto e l’esilio
degli arcivescovi di Torino e Cagliari, il martirologio delle diocesi italiane
- specialmente nel Sud, dal 1853 al 1863 -, gli oltre cinquanta vescovi allontanati
dalle proprie diocesi, sacerdoti picchiati e imprigionati, ordini religiosi soppressi,
giornali cattolici sequestrati, associazioni ecclesiali costrette a interrompere
l’attività. L’introvabile libro di Margotti fa uscire dall’oblio
quell’epoca che ebbe di mira «non solo la sottrazione al Papa dello
Stato della Chiesa, ma la stessa fine del cattolicesimo».
Papa Mastai Ferretti
Luigi Negri, docente di Storia della filosofia e Introduzione alla teologia all’Università Cattolica
di Milano, ha affermato: «Il Sillabo non è un incidente di percorso,
ma un documento simbolico, profetico, come sa essere il magistero della Chiesa.
La ragione è usata contro ogni forma di relativismo e gli interventi di
Pio IX vanno letti su due livelli: uno contingente e uno profetico. Essi hanno
difeso la Chiesa da quei totalitarismi che si sarebbero evidenziati nel XX secolo».
Don Negri ha, infine, rilevato il carattere missionario dell’azione di
papa Mastai Ferretti, la distinzione, ma non separazione, della Chiesa dallo
Stato e la sintonia con il magistero di papa Giovanni Paolo II.