Testimonianza, non istruzioni per l'uso

Accoglienza
Paolo Perego

Segno originale dato all’uomo dal Creatore, strumento per introdurre nel rapporto definitivo col Destino. È la famiglia. Da difendere, anche istituzionalmente. Incontro con Carrón, Sestini, Storace e Serio

Moderatore è Marco Mazzi, presidente di Famiglie per l’Accoglienza, che introduce immediatamente padre Carrón. Che lancia subito due questioni fondamentali: il rapporto uomo-donna e l’educazione. Occorre partire dall’esperienza per sorprendere la sorpresa nel rapporto, cioè il fatto che l’altro è dato, e che quindi «la famiglia è un segno originale dato dallo stesso Creatore, decisivo come strumento per introdurci nel rapporto definitivo col Destino, e quindi, già da ora, alla verità, alla bellezza, alla giustizia, con qualunque cosa o persona».

Solo chi è educato, educa
Cosa vuol dire un rapporto così vissuto per l’educazione dei figli? Educare è introdurre alla realtà. Solo chi è educato a propria volta, e vive con verità e pienezza la vocazione, è in grado di svolgere il compito di genitore, «che non è soltanto mettere al mondo i figli, ma dar loro la vita, il significato. Non la consegna di istruzioni per l’uso, ma la testimonianza di cosa può essere la vita nella sua pienezza». La prima natura della famiglia consiste dunque nell’accoglienza: «Accogliere il reale così desta un’attrattiva che non può non introdurre all’Essere». La famiglia così intesa «lancia ognuno dei suoi membri al Destino, al compimento di se stessi».
« Una storia intrecciata con altre storie» quella di Rosanna Serio, vicepresidente dell’associazione. Il suo è il racconto di un’esperienza incredibile descritta con semplicità disarmante. Storie di affidi, malattie, incontri con famiglie piene di fascino. Una storia che nel tempo è cresciuta, ha letteralmente contagiato altre famiglie, si è in alcuni casi strutturata (la Casa di Novella, la Casa di Irene, gli Amici di Giovanni). E che oggi annovera circa 3.500 famiglie in tutta Italia: «L’ospitalità diventa un miracolo ai nostri occhi e agli occhi del mondo, e per questo ha forza, cresce e si dilata». È una vera e propria sfida alla mentalità comune, che rimbalza anche sui tavoli delle istituzioni, presso le quali chiede di essere valorizzata e riconosciuta.

Tra le priorità del governo
Risponde Maria Grazia Sestini, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: «La valorizzazione della famiglia è tra le priorità della nostra azione di governo», ne è prova la bocciatura dello statuto della Regione Toscana, anticostituzionale per il riconoscimento civile delle coppie di fatto. È necessario un sostegno economico, ma non basta: le istituzioni devono offrire un sistema di servizi non sostitutivo, ma libero interlocutore di chi già opera, purché «non pretenda di insegnare ai genitori a fare i genitori». Per il Sottosegretario è anche l’occasione di lanciare la campagna in favore dell’affido promossa dal Ministero, che avrà luogo a partire dall’autunno di quest’anno. Sulla stessa scia il presidente della Regione Lazio Storace descrive la legislazione varata nel Lazio in favore della famiglia. E muove un’osservazione: la sussidiarietà orizzontale. In questo ambito «non è più un problema di decentramenti, ma di ampliamento della responsabilità alla società». Ecco perché l’accoglienza, secondo Storace, può trovare a sua volta accoglienza nelle istituzioni. Noi ci contiamo.