Tra mutualità e qualità. 150 anni di Coop
CooperativeA proposito di cooperative, nate per rispondere ai bisogni concreti delle
persone,
nella grande distribuzione. Una cultura che nasce a metà del XIX secolo,
fondata sul valore della persona, della solidarietà e
della sussidiarietà
È la conduttrice Paola Saluzzi ad aprire l’incontro: «Oggi
la Coop compie 150 anni». Al dibattito partecipano: Aldo Soldi, presidente
dell’Associazione nazionale Cooperative di Consumatori-Coop, Raffaello
Vignali, presidente nazionale della Compagnia delle Opere, Stefano Zamagni, professore
ordinario di Economia all’Università degli Studi di Bologna; monsignor
Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della
Pace, Giustino Trincia, vicesegretario generale di “Cittadinanza Attiva”.
Le radici del benessere italiano
Vignali sottolinea come in Italia l’attuale benessere diffuso affondi le
proprie radici nella metà del XIX secolo. In quell’epoca, molti
uomini, soprattutto cattolici e socialisti, si unirono per affrontare e meglio
rispondere a bisogni e problemi concreti delle persone. La mutualità,
infatti, è una delle grandi funzioni della Coop; funzione che si aggiunge
all’impegno profuso per calmierare i prezzi, all’offerta di uno sbocco
commerciale e di un miglioramento qualitativo dell’agroalimentare italiano,
a uno sforzo di innovazione tecnologica compiuto senza trascurare i problemi
legati alla tutela dell’ambiente. Nella nostra società, conclude
Vignali, esistono esempi di cooperazione che hanno matrici culturali diverse
ma perseguono lo stesso obiettivo: operare per il bene comune. A questa esperienza
il mondo politico dovrebbe guardare e ispirarsi. Aldo Soldi, nel festeggiare
i 150 anni di Coop, dice come questo “compleanno” sia di per se stesso
un fatto importante, considerata la rapida mortalità di tante iniziative
imprenditoriali. Coop, fa notare Soldi, è l’unica realtà d’impresa
in grado di contrastare con forza la concorrenza straniera nella grande distribuzione.
Il professor Zamagni sviluppa prima alcune considerazioni di carattere strettamente
scientifico. Poi specifica: se la tutela del consumatore era, in origine, l’obiettivo
primario della cooperativa, oggi la sua funzione cardine è la sovranità di
consumo: consentire ai cittadini di esprimere, attraverso l’atto del consumo,
il proprio sistema di valori.
Moralmente responsabili
Si tratta di un principio connesso a quell’idea di consumo critico secondo
la quale non solo il produttore, ma anche il consumatore è moralmente
responsabile. Secondo monsignor Crepaldi «la cooperazione è stata
un grande evento di civiltà e di civilizzazione nella storia d’Italia».
Per il cristiano la collaborazione tra gli uomini è innanzitutto un evento
teologico, in quanto realizza al massimo l’immagine di somiglianza con
un Dio che è amore e quindi relazione. Ciò che distingue le cooperative
dalle altre grandi catene di distribuzione, è la loro storia e cultura:
una cultura fondata sul valore della persona, della solidarietà e della
sussidiarietà. Le tematiche sviluppate dagli altri relatori sono state
riprese da Giustino Trincia, che ha evidenziato come la solidarietà, la
trasparenza e la responsabilità sociale siano argomenti di grande attualità e
sollecitino una riflessione sul ruolo del cittadino. In linea con gli altri relatori,
Trincia ha ribadito la centralità della dimensione umana, una centralità che
oggi è diventata invece marginalità per l’assenza di adeguati
strumenti di tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini e dei consumatori.