Tutte le mostre al Meeting

Scienza, arte, letteratura
Cristina Terzaghi

Da Gemma Galgani all’Apocalisse, dalla devozione del popolo peruviano all’uomo ateniese centinaia di anni prima di Cristo, dall’antica Roma a Eugenio Montale: ce n’è per tutti i gusti

Il panorama delle mostre offerto da questa edizione del Meeting è dei più variegati e tutte le mostre possono essere richieste ed esposte durante l’anno nei vari centri culturali, scuole, oratori, luoghi di lavoro e quant’altro, quindi è ancora tempo, anche per chi non l’avesse fatto, per affacciarsi alla porta sulla realtà che ognuna di esse schiude. Cominciamo dalla scienza rappresentata dalla mostra “Alle colonne d’Ercole” che illustra il confine fino al quale la moderna fisica offre la possibilità di spingersi nell’indagine sul sensibile. “Cercatori della verità” mette invece in luce la dialettica e il fecondo dialogo tra la Chiesa e la scienza, riportando anche i più importanti documenti prodotti dal magistero ecclesiale e costituendo un valido strumento per chi voglia affrontare con serietà la questione, spesso liquidata in modo sommario sui banchi di scuola. Le tradizioni popolari documentano la stoffa di cui un popolo è tessuto e l’alimento che lo nutre; da questo punto di vista è esemplare “El Señor de los milagros”, storia di un’immagine miracolosa del Crocefisso dipinta nel 1651 in un quartiere povero di Lima da un modesto pittore nero. Da allora il dipinto, grazie anche alla venerazione di un gruppo di schiavi, è al centro della storia della città: Dio non abbandona il suo popolo. Altrettanto straordinaria è la vicenda della Madonna di Fatima, alla cui luce la mostra “Fatima nel cuore della storia” rilegge alcuni tra i maggiori avvenimenti storici del XX secolo: «Non esiste un destino immutabile, fede e preghiera sono potenze, possono influire nella storia e alla fine la preghiera è più forte dei proiettili» (J. Ratzinger). Dedicate al mondo antico e al rapporto con la civiltà cristiana e occidentale sono “La missione di Roma nella storia” e “Ospite ateniese hai mai visto un uomo felice?”, quest’ultima ben documenta la straordinaria avventura della letteratura greca tra adesione alla realtà e insanabile malinconia. Ancora un poeta, ma questa volta nostro contemporaneo, è al centro della bella mostra dedicata a Eugenio Montale. Attraverso un appassionante percorso tra le sue liriche, note e meno note, seguiamo il dipanarsi della vicenda di uomo alla costante ricerca di un significato della realtà, tra la disperazione dell’impossibilità del senso e l’imprevisto che all’improvviso si affaccia: «Per me l’ago della bilancia sei sempre tu./ M’hanno chiesto chi sei. Se lo sapessi lo direi a gran voce. E sarei chiuso tra quelle sbarre d’onde non s’esce più». È questa una delle rime da poco pubblicate che la mostra aiuta a riscoprire: un tu detto a Clizia o al Mistero, davvero appare la stessa cosa. Bellissime le fotografie che accompagnano i pannelli, scattate per l’occasione da una giovane fotografa Marta Carenzi: catturano lo sguardo e costringono a pensare. La pittura è invece la protagonista della mostra “Se accendono le stelle, vuol dire che qualcuno ne ha bisogno”, uno sguardo all’arte russa del nostro secolo come documento della ricerca della felicità. A cavallo tra arte, letteratura e soprattutto vita, sta la straordinaria personalità di Giovanni Testori, illustrata nella bella mostra “Giovanni Testori. Una vita appassionata”, che ne coglie il fecondo rapporto con i fenomeni culturali più vivi della cultura italiana del Dopoguerra, tra cui il Meeting. Assolutamente profondo e pacificante appare il punto di vista del grande uomo di cultura nel video che accompagna la mostra e che raccoglie le sue più interessanti interviste televisive di Testori, insieme al bellissimo documento dell’omelia che don Giussani tenne il giorno della scomparsa del grande drammaturgo e amico.
“ Le cose che devono accadere. L’Apocalisse di san Giovanni”, aiuta a scoprire il senso di uno dei libri più enigmatici della storia di tutti i tempi, nel quale tuttavia Dio svela a Giovanni e attraverso di lui a ogni uomo qualcosa del suo mistero.