Fricsay spiega la "Moldava" alla sua orchestra.

Dalla Moldava al "nuovo giudizio" che cambia la vita

Mese di ottobre. Vacanza studio a Ponte di Legno. Ero partito senza nessuna aspettativa su come sarebbe andata. In più, metà della comunità era a casa per l’influenza. Una posizione spazzata via quando ci siamo trovati in 200 davanti al video della Moldava di Smetana diretta dal maestro Ferenc Fricsay. Il viaggio era stato stancante, ma sono rimasto a bocca aperta nel vedere quell’uomo, a cui non rimaneva molto da vivere, che esaltava fin nei minimi particolari il tema della gioia del vivere dentro un contesto musicale stupendo. Come quando ferma le prove per dire che «la cosa più bella è vivere».
Ma non è finita qui. Durante la settimana ho capito che quella bellezza poteva c’entrare anche con lo studio. È stata sorprendente l’attenzione con cui sono stato sui libri in quei giorni. Aiutato, prima di tutto, da 200 persone sedute in una stanza a studiare con uno sguardo veramente interessato a capire quello che avevano davanti. Mi ha cambiato. Come anche il continuo richiamo, da parte dei professori che ci accompagnavano, al fatto che bisogna giudicare quello che si studia, capire cosa c’entra con te.
Ora, dopo questa provvidenziale esperienza, è ancora più bello scoprire come questo metodo di giudizio dallo studio possa amplificarsi nella realtà in cui io sto vivendo. Per esempio il confronto con il mio professore di italiano (ateo e anticlericale): nonostante mi abbia “asfaltato dialetticamente” in una discussione sulla vicenda del crocifisso, sono andato a fondo della cosa, documentandomi e chiedendo un parere al prof di diritto e a quello di religione.
È un “nuovo” giudizio. Che cambia anche il modo di vivere il rapporto con i miei amici e con la mia ragazza. Quando leggevo di questo metodo nella Scuola di comunità, mi sembrava lontano e astratto. Ora ripenso a quelle parole e mi viene in mente il video della Moldava, che mostrava che la bellezza della vita che non può ridursi a un sentimentalismo campato per aria, ma deve diventare un desiderio che implica il vero giudizio su tutto.
Mario, Milano