Il crocifisso? Io non credo in Dio, però...

A proposito della sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo che dice "no" ai crocifissi nelle scuole italiane, ecco il tema di un quindicenne pesarese che viene da una famiglia non credente

Il crocifisso nelle aule in questi ultimi tempi è diventato oggetto di un dibattito. A prima vista può sembrare una sciocchezza e un problema futile, ma in futuro potrebbe riguardare non più solo le aule scolastiche, ma anche i posti di lavoro, le zone pubbliche, le facciate di case, palazzi o chiese che i passanti potrebbero vedere. Per me innanzitutto il crocifisso non è un problema: che ci sia o che non ci sia a me non fa differenza, non mi dà alcun fastidio vederlo in classe. A parte il soggetto rappresentato, oggettivamente un po’ cruento (un uomo che patisce fame e sete inchiodato per mani e piedi ad una croce), essendo stato trattato nei secoli scorsi innumerevoli volte come soggetto di varie opere d’arte, assume un valore storico-artistico che mi appartiene e che non posso rinnegare. (…)
Io non credo in nessun dio, cristiano, musulmano o di qualsiasi altra religione. Chiaramente non sono sicuro che non esista e non posso dimostrarlo come, al contrario, non può essere dimostrato che esista; ma anche se esistesse per me non farebbe differenza, perché non ne avrei comunque bisogno. Sono sempre riuscito a risolvere da solo i miei problemi ogni volta che mi si sono presentati e mi piace la mia vita così com’è, anche con i suoi difetti e dispiaceri senza avere qualcuno che dall’alto mi sorveglia e protegge. Non ho bisogno di un aiuto, ho già i miei amici e la mia famiglia; né ho bisogno di sperare che ci sia un’altra vita migliore di questa dopo la morte per non averne paura e per consolarmi: preferisco vivere, pensandola pessimisticamente come la fine di tutto e confrontarmici, per accettarla così com’è.
Però, fino a poco tempo fa, pensavo ed ero sicuro di questo: Dio non esiste. Convalidavo quest’ipotesi con il fatto che è un qualcosa di intangibile e di cui non si hanno prove concrete. Poi però ho scoperto che non esistono solo le cose che possiamo vedere, sentire o toccare, ma anche altre: altre galassie, altre dimensioni dopo le tre conosciute, geometrie che si basano su realtà inimmaginabili e non dimostrabili solo con calcoli. Ciò a volte non solo non si può vedere, toccare e percepire, ma non si può neanche immaginare.
Quest’insicurezza sull’esistenza o no di Dio è nata in me anche dopo il confronto e il dialogo con una persona che ho conosciuto da poco e che in poco tempo ha cambiato totalmente il mio modo sicuro e pragmatico che avevo di vedere il mondo.
È una ragazza cattolica, che viene da una famiglia praticante: prega prima di mangiare, la domenica va in chiesa, partecipa ad incontri con altri ragazzi e con frati per discutere di religione.
Parlando con lei ho scoperto una nuova realtà, una fede in Dio che mai prima avevo visto in nessuno, una fede vera e certa che influisce sul suo modo di vivere.
Ogni volta che parliamo della religione siamo felici, perché è raro trovare una persona con un’idea opposta alla tua che ti ascolti oggettivante e discuta seriamente. Spero di arrivare, prima o poi, tramite questo confronto ad un’idea fissa e certa. Per ora, sono indeciso.