Giuseppe Ungaretti.

«Certa di una storia che non vuole deludermi»

Sera prima dell'orale di maturità: la stanchezza, le cose da ripassare... Ma poi, come il volto di un caro amico, una poesia di Ungaretti risveglia il cuore. E allora tutta la preoccupazione si trasforma in gratitudine...

Qualche sera prima dell’orale di maturità stavo studiando italiano. Venivo da una giornata piena di fatti sorprendenti ma la stanchezza si stava impadronendo di me. Era tardi ed io ero sola in camera. Ho cominciato a leggere le poesie di Ungaretti e ne ho riscoperta una, Stasera, già letta in classe un mese prima: «Balaustrata di brezza / per appoggiare stasera / la mia malinconia». Mi ha sorpresa e commossa la capacità del poeta di comunicarsi al lettore con così poche parole. Anche io mi trovavo quella sera su una scrivania davanti alla finestra di camera mia, con il cuore pieno di gratitudine per la grandezza dei giorni passati ma malinconica perché incapace di affrontare da sola lo studio. Ma, di fronte alla bellezza di quella poesia, mi sono risvegliata. E se quello che mi ero prefissata era una guardata veloce a tutta la letteratura, mi sono messa a leggere tutte le sue poesie. Tante volte nella fatica dello studio è un volto amico a rimettermi in moto, ma mai avrei pensato che quello che mi avrebbe riacceso il cuore quella sera sarebbe stato un poeta.
Questo mese è stato intenso e faticoso, ma è impressionante come sia cresciuta l’amicizia con i miei compagni di liceo. Ciò che resta di questo mese non è un voto, ma dei volti che mi hanno aiutato a vivere questa maturità come la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo per la mia vita. La sera prima dell’orale ero davvero stanca e non riuscivo a ripetere la tesina, ma avevo di fianco una mia amica. Lei era la promessa che tutto il lavoro e le scoperte di quei giorni non potessero svanire dopo quell’ora d’esame e, soprattutto, che io ero amata pure in quel momento in cui ero un fastidio anche a me stessa. Quando sono entrata nell’aula per affrontare l’orale avevo davanti i tre volti buoni dei miei professori che mi ricordavano che quello era realmente un accidente e che il valore di quello che sono non può essere calcolato in centesimi. Sono grata e curiosa di scoprire cos’altro accadrà perché io possa conoscere un po’ di più di me e di questa Storia che mi ha raggiunta e che davvero non vuole deludermi.
Emanuela, Milano